La prima volta che mi trovai in sala operatoria e guardai un intervento dal vivo, non avevo idea di che cosa aspettarmi. Andavo all'università, studiavo ingegneria. Pensavo che sarebbe stato come si vede in televisione. Musica triste in sottofondo, gocce di sudore che scendono sul volto del chirurgo. Ma non è stato proprio così. C'era sì la musica in sottofondo, penso si trattasse dei successi di Madonna. (Risate) E i chirurghi parlavano un sacco tra di loro, non solo del battito cardiaco del paziente, ma anche di sport e dei progetti per il fine settimana. E da allora, più interventi guardavo, più mi rendevo conto di come funzionava quella realtà. Sembra strano, ma è come un giorno qualsiasi in ufficio. Ma ogni tanto la musica viene abbassata, tutti smettono di parlare, e fissano la stessa identica cosa. Ed è in quell'istante che ti accorgi che sta accadendo qualcosa di davvero cruciale e pericoloso. La prima volta che mi capitò stavo assistendo a un tipo di intervento chiamato laparoscopia. Per chi di voi non sa di che cosa si tratta, la laparoscopia, invece della grande incisione che siete abituati a vedere in chirurgia, in un intervento di laparoscopia il chirurgo fa tre o più piccole incisioni al paziente. E poi inserisce questi strumenti lunghi e fini e una fotocamera, e svolge l'intervento praticamente dentro al paziente. È fantastico perché si riduce il rischio di infezioni, di dolore, la convalescenza è più breve. Ma c'è un compromesso, perché queste incisioni vengono praticate con uno strumento lungo e appuntito chiamato trocar. E il modo in cui un chirurgo usa questo strumento è prenderlo e premerlo nell'addome fino a quando non lo buca. E ora, il motivo per cui tutti nella sala operatoria guardavano quello strumento quel giorno era perché il chirurgo doveva stare estremamente attento a non fare troppa pressione arrivando agli organi e ai vasi sanguigni sottostanti. Ma questo problema sembra piuttosto noto a tutti voi perché sono sicuro che lo avrete già visto da un'altra parte. (Risate) Ve lo ricordate? (Applausi) Sapevate che da un momento all'altro quella cannuccia avrebbe perforato la superficie, e non sapevate se sarebbe finita dall'altra parte e poi dritta nella vostra mano, oppure se il succo sarebbe finito dappertutto, ma eravate spaventati. Giusto? Ogni singola volta che l'avete fatto, avete vissuto in prima persona lo stesso fenomeno fisico a cui ho assistito io quel giorno in sala operatoria. Ed è un grande problema davvero. Nel 2003, l'FDA rilasciò una dichiarazione e disse che le incisioni trocar potevano essere la pratica più pericolosa nella chirurgia minimamente invasiva. Ancora nel 2009, un articolo affermava che i trocar costituivano più della metà di tutte le principali complicazioni nelle laparoscopie. E, oh tra l'altro, la situazione è rimasta la stessa per 25 anni. Perciò, quando sono andato all'università, era questo su cui volevo lavorare. Cercavo di spiegare a un mio amico a che cosa mi stavo dedicando, e dissi: "È come quando trapani una parete per appendere qualcosa nel tuo appartamento. C'è quel momento in cui il trapano fora la parete e poi va fino in fondo. Giusto?" E lui mi guardò e mi disse: "Vuoi dire quando trapanano il cervello alla gente?" E io gli dissi: "Come scusa?" (Risate) Mi documentai e il cervello alla gente lo trapanano sul serio. Molti interventi neurochirurgici iniziano proprio con un'incisione del cranio tramite un trapano. E se il chirurgo non presta attenzione, può arrivare fino al cervello. Perciò questo è stato il momento in cui ho iniziato a pensare: "Ok, trapanazione del cranio, laparoscopia, perché non altri campi medici?" Perché pensateci, quando è stata l'ultima volta che siete andati dal medico e non vi hanno infilato qualcosa in corpo? Giusto? Quindi, la verità è che nella medicina tutto viene forato. E qui riporto solo un paio di interventi che ho trovato che richiedono la foratura dei tessuti. E se ne prendiamo solo tre -- laparoscopia, epidurale e trapanazione del cranio -- questi interventi costituiscono più di 30 mila complicazioni ogni anno solo in questo Paese. Io penso sia un problema che va risolto. Perciò, diamo un'occhiata ad alcuni strumenti che si utilizzano in questi tipi di interventi. Ho parlato dell'epidurale. Questo è un ago per l'epidurale. Viene usato per forare i legamenti della spina dorsale e fare da anestesia durante il parto. Ecco un set di strumenti per la biopsia del midollo spinale. Questi vengono usati per scavare le ossa e raccogliere il midollo osseo o fare campioni delle lesioni ossee. Ecco una baionetta della Guerra Civile. (Risate) Se vi avessi detto che si trattava di uno strumento medico per le forature probabilmente mi avreste creduto. Perché qual è la differenza? Quindi, più facevo questa ricerca più pensavo che ci dovesse essere un modo migliore di operare. E per me la chiave di questo problema è che questi diversi strumenti di foratura hanno in comune una serie di caratteristiche fisiche. E quali sono? Torniamo all'esempio del trapano nella parete. Si applica una forza su un trapano verso una parete. E Newton dice che la parete applicherà forza a sua volta, uguale e opposta. Perciò, quando si trapana una parete, quelle forze si bilanciano. Ma poi arriva un momento in cui il trapano perfora completamente la parete e finisce dall'altro lato, e proprio in quel momento non riusciamo più a tirarlo indietro. Ma il cervello non ha reagito a quel cambiamento di forze. Perciò, per un millesimo di secondo, o quale che sia il vostro tempo di reazione, continuate a spingere, e quella forza sbilanciata causa un'accelerazione, che si traduce nel perforamento completo. Ma che cosa accadrebbe se proprio al momento della perforazione riusciste a estrarre la punta, opponendovi all'accelerazione in avanti? È questo quello che ho intenzione di fare. Immaginate di avere uno strumento che ha una punta affilata per tagliare i tessuti. Qual è il modo più semplice per estrarre quella punta? Io ho scelto una molla. Così, quando tirate la molla, estendete la punta in modo che sia pronta per forare il tessuto, e la molla riporta indietro la punta. Come si fa a mantenere ferma la punta fino al momento della foratura? Io ho usato questo meccanismo. Quando la punta dello strumento è premuta contro il tessuto, il meccanismo si espande all'esterno ed entra a forza nella parete. E la frizione che si genera la mantiene fissa e impedisce che la molla ritragga la punta. Ma proprio nel momento della foratura, il tessuto non può più respingere la punta. Perciò il meccanismo si sblocca e la molla ritrae la punta. Lasciate che vi mostri quello che accade a rallentatore. Questi sono circa 2000 fotogrammi al secondo, e vorrei che notaste la punta che si trova giù in basso, che sta per forare il tessuto. E vedrete che proprio nel momento della foratura, proprio lì, il meccanismo si sblocca e fa ritrarre la punta. Voglio mostrarvelo di nuovo, più da vicino. Vedrete una punta a lama affilata, e proprio quando fora la membrana di gomma sparirà in quella guaina bianca. Proprio lì. Questo accade in quattro centesimi di secondo dopo la foratura. E dato che questo strumento è progettato per adattarsi alla fisica della foratura, e non della trapanazione cranica, o della laparoscopia, o di altri interventi, è applicabile a tutte queste discipline mediche e su lunghezze diverse. Ma non ha sempre avuto questo aspetto. Questo è il mio primo prototipo. Sì, quelli sono gli steccolini dei ghiaccioli, e c'è un elastico di gomma all'estremità. Mi ci sono voluti circa 30 minuti per realizzarlo, ma ha funzionato. E mi ha dimostrato che la mia idea funzionava e ha giustificato i successivi anni di lavoro a questo progetto. Ci ho lavorato perché questo problema mi affascina molto. Mi teneva sveglio la notte. Ma penso che dovrebbe affascinare anche voi perché ho detto che le forature sono ovunque. Ciò significa che a un certo punto diventerà anche un vostro problema. Quel primo giorno in sala operatoria non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi dall'altra parte del trocar. Ma l'anno scorso, mi è venuta l'appendicite mentre ero in Grecia. Perciò mi hanno ricoverato ad Atene e il chirurgo mi disse che avrebbe seguito una laparoscopia. Avrebbe rimosso la mia appendice attraverso le incisioni, e mi parlò di che cosa aspettarmi nel periodo di convalescenza, e che cosa sarebbe successo. Mi disse: "Ha qualche domanda?" E io rispose: "Solo una dottore. Che tipo di trocar usa?" Perciò la mia frase preferita sulle laparoscopie viene dal Dottor H.C. Jacobaeus: "È la foratura stessa a comportare dei rischi". E la mia frase preferita perché H.C. Jacobaeus è stata la prima persona a eseguire una laparoscopia su un essere umano, e scrisse quella frase nel 1912. È un problema che ferisce le persone e le uccide da più di un secolo. Perciò è facile pensare che per ogni grande problema del mondo ci sia un team di esperti che lavora giorno e notte per risolverlo. La verità è che non è proprio così. Dobbiamo diventare più bravi a riconoscere quei problemi e trovare delle soluzioni. Quindi, se vi imbattete in un problema che vi attanaglia, lasciate pure che vi tenga svegli di notte. Permettete a voi stessi di rimanere di stucco perché ci sono ancora tantissime vite da salvare. (Applausi)