È bello essere qui stasera. Lavoro sulla storia del reddito e sulla distribuzione della ricchezza da 15 anni; una lezione interessante derivante da fatti storici è che, a lungo termine, il tasso di ritorno del capitale (r) tende a superare il tasso di crescita dell'economia (g), il che porterebbe a un'alta concentrazione della ricchezza. Non una concentrazione illimitata, ma più ampio è il divario tra r e g, più alto è il livello di disparità di ricchezza verso cui la società tende a convergere. Oggi parlerò di una forza chiave, ma fatemi dire da subito che non è l'unica forza importante nelle dinamiche di distribuzione di reddito e ricchezza, e molte altre forze hanno un ruolo importante nelle dinamiche a lungo termine di distribuzione di reddito e ricchezza. Ancora molti dati restano da raccogliere. Oggi si sa un po' di più rispetto a prima, ma si sa ancora poco, di sicuro ci sono molti processi diversi -- economici, sociali, politici -- da studiare meglio. Oggi mi concentro solo su questa forza, ma ciò non significa che altre forze importanti non esistano. Gran parte dei dati che presenterò viene da un database disponibile online: il World Top Incomes Database. È il più grande database storico sulle diseguaglianze, ed è il risultato degli sforzi di più di 30 studiosi di dozzine di nazionalità. Vi mostro un paio di fatti presi da questo database, per poi tornare a r maggiore di g. Il fatto numero uno riguarda il grande capovolgimento nella disparità dei redditi tra gli Stati Uniti e l'Europa nell'ultimo secolo. Nel 1900, 1910, la disparità dei redditi era più alta in Europa che negli Stati Uniti, mentre oggi è molto più alta negli Stati Uniti. Voglio essere chiaro: la ragione principale non è R maggiore di R. Riguarda più il cambiamento nell'offerta e nella domanda di competenze, la gara tra istruzione e tecnologia, la globalizzazione, forse la disparità di accesso alle capacità negli Stati Uniti, in cui ci sono ottime università mentre il livello di istruzione secondaria non è altrettanto buono, quindi una disparità di accesso alle capacità, e anche una crescita senza precedenti dei compensi manageriali di alto livello negli Stati Uniti, che è difficile giustificare solo sulla base dell'istruzione. Quindi c'è qualcos'altro dietro, ma non ne voglio parlare oggi, perché voglio concentrarmi sulla disparità di ricchezza. Vi mostro un semplice indicatore per la disparità di reddito. Questa è la quota di reddito totale che va a quel 10 per cento dei più ricchi. Vedete come, un secolo fa, fosse tra il 45 e il 50 per cento in Europa e poco più del 40 per cento negli Stati Uniti, quindi c'era maggiore diseguaglianza in Europa. Poi c'è stato un netto declino durante la prima metà del 20° secolo, e negli ultimi decenni, vedete che negli Stati Uniti le disparità sono maggiori che in Europa, e questo è il primo fatto. Il secondo riguarda la disparità di ricchezza, e il fatto è che questa disparità è sempre molto più alta di quella di reddito, e anche che la disparità di ricchezza, anche se è aumentata negli ultimi decenni, è ancora meno estrema oggi di quanto non fosse un secolo fa, nonostante la ricchezza totale correlata al reddito ora si è ripresa dai grandi shock causati dalla Prima Guerra Mondiale, la Grande Depressione, la Seconda Guerra Mondiale. Vi mostro due grafici che illustrano il fatto numero due e il fatto numero tre. Prima, se osservate il livello di disparità di ricchezza, questa è la quota di ricchezza totale che va al 10 per cento dei più ricchi: vedete lo stesso tipo di inversione tra gli Stati Uniti e l'Europa che avevamo prima per la disparità di reddito. Quindi la concentrazione era più alta in Europa che negli Stati Uniti un secolo fa, e ora è l'opposto. Ma si possono vedere altre due cose: primo, il livello generale di disparità di ricchezza è sempre più alto della disparità di reddito. Quindi ricordate, per la disparità di reddito, la quota che va al 10 per cento dei più ricchi era tra il 30 e il 50 per cento del reddito totale, mentre per la ricchezza, la quota è sempre tra il 60 e il 90 per cento. Questo è il fatto numero uno, ed è molto importante per quanto segue. La concentrazione della ricchezza è sempre molto più alta della concentrazione del reddito. Il fatto numero due è che l'aumento della disparità di ricchezza negli ultimi anni ancora non basta a riportarci al 1910. Quindi la grande differenza oggi, la disparità di ricchezza rimane alta, con il 60, 70 per cento della ricchezza detenuta dal 10 per cento, ma la buona notizia è che è meglio di un secolo fa, in cui in Europa il 90 per cento della ricchezza andava al 10 per cento. Oggi quello che abbiamo è quello che chiamo il 40 per cento di mezzo, la gente che non è nel primo 10 per cento e che non è nel 50 per cento inferiore, e quello che potete vedere come classe media che detiene dal 20 al 30 per cento della ricchezza totale, la ricchezza nazionale, mentre prima erano poveri, un secolo fa, quando in sostanza non c'era una classa media. È un cambiamento importante, ed è interessante vedere che la disparità di ricchezza non è tornata del tutto ai livelli precedenti la Prima Guerra Mondiale, nonostante la ricchezza totale sia stata recuperata. Ok? Questo è il valore totale della ricchezza rispetto al reddito, e vedete che in particolare in Europa, siamo tornati quasi ai livelli precedenti la Prima Guerra Mondiale. Quindi ci sono in realtà due lati della storia. Uno ha a che fare con la quantità totale di ricchezza che accumuliamo, e di per sé non c'è niente di male, nell'accumulare tanta ricchezza, e in particolare se più diffusa e meno concentrata. Quello su cui vogliamo veramente concentrarci è l'evoluzione a lungo termine della disparità di ricchezza, e quello che accadrà in futuro. Come possiamo spiegare il fatto che, fino alla Prima Guerra Mondiale, la disparità di ricchezza era così alta e, semmai dovesse salire a livelli ancora più alti, come possiamo vedere il futuro Fatemi dare alcune spiegazioni e ipotesi sul futuro. Diciamo prima che forse il miglior modello per spiegare perché la ricchezza è tanto più concentrata del reddito è un modello dinamico, dinastico in cui gli individui hanno orizzonti a lungo termine e accumulano ricchezza per tutta una serie di ragioni. Se la gente accumulasse ricchezza solo per motivi di ciclo di vita, sapete, per poter consumare in età avanzata, allora il livello di disparità di ricchezza dovrebbe essere più o meno in linea con il livello di disparità di reddito. Ma sarà molto difficile spiegare perché c'è così tanta disparità di ricchezza rispetto alla disparità di reddito con un modello di semplice ciclo di vita, quindi ci vuole una storia in cui la gente si preoccupa anche dell'accumulazione di ricchezza per altre ragioni. Tipicamente, vuole trasmettere ricchezza alla generazione successiva ai propri figli, o talvolta vuole accumulare ricchezza per prestigio, per il potere che accompagna la ricchezza. Ci devono essere altri motivi per accumulare ricchezza del solo ciclo di vita per spiegare quello che vediamo nei dati. In un'ampia serie di modelli dinamici di accumulazione della ricchezza con tali motivazioni dinastiche di accumulazione della ricchezza, si verificheranno tutta una serie di shock casuali moltiplicativi. Per esempio, alcune famiglie hanno un gran numero di figli, quindi la ricchezza verrà divisa. Alcune famiglie hanno meno figli. Ci sono anche shock nei tassi di rendimento. Alcune famiglie realizzano grandi redditi da capitale. Alcune fanno pessimi investimenti. Ci sarà sempre una certa mobilità nel processo di ricchezza. Alcuni saliranno, alcuni scenderanno. Il punto importante è che in uno qualunque di questi modelli, data una certa variabilità degli shock, il livello di equilibrio della disparità di ricchezza sarà funzione più che proporzionale di r meno g. Intuitivamente, la ragione per cui la differenza tra il tasso di rendimento della ricchezza e il tasso di crescita è importante è che quella disparità di ricchezza iniziale sarà amplificata ad un ritmo più veloce con una differenza r meno g più alta. Prendiamo un esempio semplice, con r uguale a cinque per cento e g uguale a uno per cento, i detentori della ricchezza devono solo reinvestire un quinto del capitale per assicurarsi una crescita della ricchezza rapida quanto l'economia. Questo rende più facile costruire e perpetuare grandi fortune perché si possono consumare i quattro quinti, ipotizzando zero tasse, e si può reinvestire un quinto. Certamente alcune famiglie consumeranno di più, alcune consumeranno di meno, quindi ci sarà una certa mobilità nella distribuzione, ma in media, devono solo reinvestire un quinto, e questo permette di sostenere alti livelli di disparità di ricchezza. Non dovrebbe sorprendervi l'affermazione per cui r può essere più grande di g per sempre, perché questo è successo per gran parte della storia dell'umanità. E questo era in un certo modo ovvio per tutti per una semplice ragione, ossia che la crescita è stata vicina allo zero per gran parte della storia dell'umanità. La crescita era forse 0.1, 0.2, 0.3 per cento, crescita molto limitata della popolazione e della produzione procapite, mentre il tasso di rendimento del capitale naturalmente non era nullo. Per i terreni, la forma tradizionale di investimento nelle società preindustriali, era tipicamente cinque per cento. Qualunque lettore di Jane Austen lo sa. Se volete un reddito annuo di 1000 sterline, dovete possedere un capitale di 20 000 sterline in modo che cinque per cento di 20 000 faccia 1000. In un certo senso, queste erano le fondamenta della società, perché r maggiore di g era quello che permetteva ai detentori di ricchezza e beni di vivere di rendita e fare altro nella vita del solo preoccuparsi della propria sopravvivenza. Un'importante conclusione della mia ricerca storica è che la crescita industriale moderna non ha cambiato questo concetto di base quanto ci potevamo aspettare. Certo, il tasso di crescita seguito alla Rivoluzione Industriale è cresciuto, tipicamente da zero a uno o due per cento, ma nello stesso tempo, il tasso di rendimento del capitale è cresciuto anche lui di modo che la differenza tra i due non è cambiata. Durante il 20° secolo, si è verificata una combinazione di eventi unica. Primo, un tasso di rendimento molto basso dovuto agli shock delle guerre del 1914 e 1945, distruzione di ricchezza, inflazione, bancarotta durante la Grande Depressione, e tutto questo ha ridotto il tasso di rendimento privato a livelli molto bassi tra il 1914 e il 1945. E poi, nel periodo postbellico, c'è stato un tasso di crescita insolitamente alto, in parte dovuto alla ricostruzione. Sapete, in Germania, in Francia, in Giappone c'era un tasso di crescita del cinque per cento tra il 1950 e il 1980 in gran parte dovuto alla ricostruzione e anche ad una grande crescita demografica, l'effetto Baby Boom. Apparentemente non durerà molto, o almeno si presume che la crescita della popolazione cali in futuro, e le migliori proiezioni che abbiamo dicono che la crescita a lungo termine sarà vicina all'uno o due per cento invece del quattro o cinque per cento. Quindi, se osservate, queste sono le migliori stime che abbiamo della crescita del PIL mondiale e tasso di rendimento del capitale, il tasso medio di rendimento del capitale, quindi vedete che durante gran parte della storia dell'umanità, il tasso di crescita è stato molto basso, molto più basso del tasso di rendimento, e poi durante il 20° secolo, è la crescita della popolazione, molto alta nel periodo postbellico, e il processo di ricostruzione che ha portato alla riduzione della differenza tra crescita e tasso di rendimento. Qui uso le proiezioni sulla popolazione delle Nazioni Unite, quindi ovviamente sono incerte. Potremmo cominciare tutti a fare tanti figli in futuro, e il tasso di crescita sarà più alto, ma da oggi in poi, queste sono le migliori proiezioni che abbiamo, e la crescita globale calerà e la differenza con il tasso di rendimento salirà. L'altro evento insolito del 20° secolo è stato, come dicevo, la distruzione, la tassazione del capitale, quindi questo è il tasso di rendimento pre-tasse. Questo è il tasso di rendimento dopo le imposte, e dopo la distruzione, e questo è quello che ha portato il tasso di rendimento medio dopo le tasse, dopo la distruzione, al di sotto del tasso di crescita per un periodo molto lungo. Ma senza distruzione, senza la tassazione, non sarebbe successo. Fatemi dire che l'equilibrio tra rendimento del capitale e crescita dipende da molti fattori diversi che sono difficili da prevedere: tecnologia e sviluppo di tecniche ad alta intensità di capitale. Quindi adesso, i settori ad alta densità di capitale nell'economia sono il settore immobiliare, le abitazioni, il settore energetico, ma potremmo avere in futuro molti più robot in certi settori che avranno una quota più ampia del capitale investito di quanto non abbiano oggi. Siamo molto lontani, e oggi, il settore immobiliare, il settore energetico, sono molto più importanti per il totale del capitale investito e la quota di capitale. L'altro problema importante è che ci sono economie di scala nella gestione del portafoglio, insieme a una complessità finanziaria, alla deregolamentazione finanziaria, che rende più facile raggiungere tassi di rendimento più alti su portafogli importanti, e sembra essere particolarmente forte per i miliardari, i grandi capitali iniziali. Solo per farvi un esempio, questo è dalla classifica dei miliardari di Forbes nel periodo dal 1987 al 2013 e vedete che i primi in classifica sono cresciuti del sei, sette per cento all'anno in termini reali, al di là dell'inflazione, mentre il reddito medio nel mondo, la ricchezza media nel mondo, è cresciuta solo del due per cento all'anno. E trovate lo stesso n i grandi capitali universitari -- più alto è il capitale iniziale, più alto è il tasso di rendimento. Cosa si può fare? Primo, credo che abbiamo bisogno di più trasparenza finanziaria. Sappiamo troppo poco sulle dinamiche globali della ricchezza, ci serve una trasmissione internazionale delle informazioni bancarie. Ci serve un registro globale delle attività finanziare, maggiore coordinamento sulla tassazione della ricchezza, e anche una tassa molto bassa sulla ricchezza sarebbe un modo per produrre informazione, in modo da adattare le politiche a qualunque cosa si osservi. E in un certo senso, la lotta contro i paradisi fiscali e la trasmissione automatica delle informazioni spinge in questa direzione. Ci sono altri modi di redistribuire la ricchezza, che potremmo essere tentati di usare. Inflazione: è più facile stampare moneta che scrivere una legge fiscale, quindi è invitante, ma talvolta non si sa cosa si fa con i soldi. Questo è il problema. L'espropriazione è molto invitante. Quando si ha la sensazione che qualcuno diventi troppo ricco, si espropria. Ma non è un modo efficiente di organizzare una regolamentazione delle dinamiche della ricchezza. La guerra è un metodo ancora meno efficiente, quindi tendo a preferire la tassazione progressiva, ma ovviamente, la storia -- (Risate) -- la storia inventerà i suoi metodi migliori, e saranno probabilmente una combinazione di tutti questi. Grazie. (Applausi) Bruno Giussani : Thomas Piketty. Grazie. Thomas, voglio farti due o tre domande, perché è impressionante la padronanza che hai dei dati, ma in sostanza quello che suggerisci è che la crescita della concentrazione della ricchezza sia una tendenza naturale del capitalismo, e se lo lasciamo fare il suo corso, potrebbe minacciare il sistema stesso, quindi suggerisci che dobbiamo agire per applicare politiche di redistribuzione della ricchezza, comprese quelle che abbiamo appena visto: tassazione progressiva, ecc. Nell'attuale contesto politico, quanto è realistico? Quanto pensi sia probabile che vengano applicate? Thomas Piketty: Sai, guardando indietro, la storia del reddito, della ricchezza e della tassazione è piena di sorprese. Quindi non mi stupiscono coloro che sanno in anticipo quello che succederà o non succederà. Credo che un secolo fa, molti avrebbero detto che la tassazione progressiva del reddito non sarebbe mai stata applicata e poi è successo. E anche cinque anni fa, molti avrebbero detto che il segreto bancario sarebbe sempre esistito in Svizzera, che la Svizzera era troppo potente per il resto del mondo, e poi improvvisamente è bastata qualche sanzione dagli Stati Uniti contro le banche svizzere perché si verifichi un grande cambiamento, e ora stiamo andando verso maggiore trasparenza finanziaria. Credo quindi che non sia difficile coordinarsi meglio politicamente. Avremo trattati con la metà del PIL intorno a un tavolo con gli Stati Uniti e l'Unione Europea, quindi se metà del PIL mondiale non è sufficiente per fare progressi sulla trasparenza finanziaria e tasse minime sui profitti delle multinazionali, cosa ci vuole? Non credo siano difficoltà tecniche. Credo che possiamo fare progressi con un approccio più pragmatico a queste domande e con le sanzioni adeguate per chi usufruisce dell'opacità finanziaria. BG: Una delle argomentazioni contro il tuo punto di vista è che la disuguaglianza economica è non solo una caratteristica del capitalismo ma addirittura uno dei suoi motori. Quindi prendiamo misure per ridurre le disparità, e nello stesso tempo, potenzialmente, abbassiamo la crescita. Come rispondi a questo? TP: Sì, penso che la disparità non sia un problema in sé. Credo che la disparità fino a un certo punto possa essere utile all'innovazione e alla crescita. Il problema è che si tratta di una questione di portata. Quando la disparità diventa troppo estrema, diventa inutile per la crescita e può anche diventare negativa perché tende a portare ad un'elevata protrazione della disparità nel tempo e a bassa mobilità. Per esempio, il tipo di concentrazione di ricchezza che avevamo nel 19° secolo e quasi fino alla Prima Guerra Mondiale in tutti i paesi europei credo non fosse utile per la crescita. È stata distrutta dalla combinazione di eventi tragici e cambiamenti politici, e non ha impedito il verificarsi della crescita. Inoltre, un'estrema disparità può essere negativa per le nostre istituzioni democratiche se crea diversità di accesso alla voce politica, e l'influenza del capitale privato nella politiche americane, credo, sia una faccenda seria. Non vogliamo tornare a quel tipo di estremo, la disparità precedente la Prima Guerra Mondiale. Una quota decente della ricchezza nazionale in mano alla classe media non è negativo per la crescita. Anzi, è utile sia per l'equità che per ragioni di efficienza. BG: Ho detto all'inizio che il tuo libro è stato criticato. Alcuni dei tuoi dati sono stati criticati. Alcune delle tue scelte nelle serie di dati sono state criticate. Sei stato accusato di scegliere i dati per sostenere la tua argomentazione. Cosa rispondi? TP: Rispondo che sono felice che questo libro stimoli il dibattito. È uno degli scopi. Il motivo per cui metto tutti i dati online con tutti i calcoli dettagliati è che si possa discuterne in modo aperto e trasparente. Ho risposto punto per punto a ogni dubbio. Fammi dire che se dovessi riscrivere il libro oggi, concluderei che la crescita nella disparità di ricchezza, in particolare negli Stati Uniti, è stato più alto di quanto riportato nel mio libro. Un recente studio di Saez e Zucman mostra, con nuovi dati che non avevo all'epoca del libro, che la concentrazione della ricchezza negli Stati Uniti è cresciuta anche più di quanto ho riportato. E ci saranno altri dati in futuro. Alcuni andranno in direzioni diverse. Mettiamo online quasi ogni settimana serie nuove e aggiornate nel World Top Income Database e continueremo a farlo in futuro, in particolare per i paesi emergenti, e invito chiunque voglia contribuire a questa raccolta di dati. Di fatto, sono d'accordo che non c'è abbastanza trasparenza nelle dinamiche della ricchezza, e un buon modo di avere dati migliori sarebbe quello di avere una tassa sulla ricchezza iniziando con una piccola tassa sulla ricchezza in modo da essere tutti d'accordo su questa importante evoluzione e adattare le nostre politiche a tutto ciò che osserviamo. La tassazione è fonte di conoscenza, ed è quello di cui abbiamo più bisogno ora. BG: Thomas Piketty, merci beaucoup. Grazie. TP: Grazie. (Applausi)