grazie per essere qui di sabato sera avere una platea gremita di sabato sera a Milano non è comune e così vi dico grazie questo è il mio 50° anniversario 50 anni di fotografia e la domanda che continuo a farmi è perché continua a essere così interessante per me potreste pensare che dopo 50 anni potrebbe essere diventata piatta, noiosa ma non è il mio caso mi sembra che ogni 6 o 7 anni qualcosa in me è cambiato, come le stagioni cambiando le mie idee sulla fotografia e i soggetti che mi hanno interessato così, sostanzialmente per 50 anni questo mezzo, questo mistero che il mondo quotidiano sotto gli occhi di tutti noi mi ha dato un mistero costante che mi collega alla fotografia e a me stesso così, in questo senso la fotografia è stata la mia maestra e a questa età dopo 50 anni di lavoro mi sento rinnovato e pronto a cominciare un nuovo lavoro e ogni giorno mi alzo e scendo nelle strade o in campagna o in qualche paesino, in Italia e mi sento affamato qualcosa arde in me e mi dice di continuare a guardare perché è così interessante guarda quel volto guarda il gesto che fa qualcuno guarda la luce su quel terreno sembra che per tutto il giorno mi dico guarda questo guarda quello il mondo ha un effetto stimolante su di me e così credo di dare il mio piccolo contributo lo onoro impugnando la macchina fotografica e premendo il bottone prendendo dentro un'altra cosa che vedo è il fermento, la vita la ricchezza, il mistero che mi fa provare amore per qualcosa questa umana sensazione si manifesta attraverso una macchina fotografica e avviene una sorta di scambio che da alla mia vita un significato credo che oggi nel mondo in cui viviamo in cui ogni persona con un telefono ha una macchina fotografica viviamo in un ambiente più ricco ognuno di noi può fare foto a qualcosa e identificarsi con esso e non è sempre stato così si faceva una scelta precisa acquistando una macchina fotografica e uscire per fare foto e ora è disponibile per tutti ok, forse anche troppo c'è qualcuno che ha bisogno di traduzione? ok puoi stare con me o sederti mi fai compagnia quando cominciai, 50 anni fa la fotografia non era l'arte ricca che è oggi era vista come qualcosa di piccolo e basso artigiani (* in italiano) non era un impegno pieno una forma d'arte pienamente riconosciuta mi ricordo che nel 1964 guardando una mostra a New York delle foto di Ansel Adams il prezzo di una sua foto all'epoca era di 25 dollari cioè 20 euro per una foto di Ansel Adams la mia generazione di fotografi non aveva speranza di sopravvivere noi sapevamo di non poter vivere con la fotografia e abbiamo fatto della fotografia la passione di credere che questo mezzo potesse comunicare le nostre sensazioni più profonde le nostre idee e c'era un piccolo gruppo a New York Garry Winogrand me Diane Arbus Tod Papageorge Ralph Gibson Lee Friedlander ci guardavamo l'un l'altro in strada e condividere la nostra passione per questo mezzo perché era ciò che era: una comunicazione tra i fotografi più giovani e quelli un po' più vecchi ma era sufficiente per darci l'energia necessaria per continuare a lavorare vorrei mostrarvi alcune delle prime foto che fanno parte di un libro retrospettivo pubblicato quest'anno a Londra chiamato prendendo il mio tempo che sarebbe "prendendo il mio tempo" sono giunto a quel titolo realizzando che durante tutto questo ciclo di 50 anni non mi sono mai affannato correvo veolcemente in strada ero veloce nel far foto ma ero lento nello sviluppo di ciò che vi era dentro o forse lento nel riconoscere le idee nelle fotografie e così mi piacerbbe mostrarvi alcuni di questi cicli che ho vissuto in questi 50 anni e vi offro l'opportunità questa è l'unica volta in cui saremo tutti assieme se avete una domanda, qualcosa che volete chiedermi semplicemente chiamatemi dite "Joel" e ne parleremo questa non è una lettura magistrale concordate? nessuna domanda sinora? va bene, iniziamo bene nel 1962 lavoraro come art director in una piccola agenzia pubblicitaria e disegnavo depliant e il capo assunse Robert Frank per le fotografie del mio depliant e come vidi Robert Frank lavorare e non sapevo nulla di Robert Frank come lo vidi lavorare ebbi una visione il mondo si muove e si poteva intercettare il movimento del mondo con la macchina fotografica e non lo sapevo prima mi eccitò così tanto che tornai subito in ufficio e lasciai il lavoro e scesi in strada con una macchina presa in affitto e ci misi su un rullino a colori perchè sapevo che avrei potuto svilupparlo e avere le foto in tre ore ero così affamato di vedere immagini che iniziai con il colore, senza sapere che la gente pensasse che il colore fosse per fotoamatori pubblicità matrimoni ma l'ho usato il mio materiale primario nel giro di due mesi da quando presi la macchina fotografica, feci l'autostop da News York fino a CIttà del Messico e in Messico scattai questa foto e mi sorprese che ci può essere qualcosa in un angolo dell'inquadratura e la foto continuare ad avere comunque molta energia stavo cominciando a capire che bisogna guardare tutta l'inquadratura Scendevo per le strade di New York ogni giorno e come ragazzo di 24 anni ero "timido" e schivo ma ho dovuto imparare a essere più ...non più agressivo solo più espansivo feci una serie di ritratti di donne sempre donne molto forti donne difficili, toste credo perchè mia madre è stata una presenza femminile molto forte nella mia vita le donne mi hanno sempre attratto volevo sapere di più o capire il mistero delle donne A New York, a primavera ci sono manifestazioni ogni fine settimana e il fotografo inglese Tony Ray Jones non so se lo conoscete abbiamo la stessa età e ci siamo trovati e ogni sabato andavamo alle manifestazioni e lavoravamo ai margini delle manifestazioni, perchè le manifestazioni ci davano copertura, un camouflage e osservavamo la scena evolversi e imparare come avvicinarci senza necessariamente dover fotografare lo spettacolo sfarzoso delle manifestazioni qualche volta, in quel primo alla fine del 1962 iniziai a capire che quando proiettavo diapositive sullo schermo nessuno si soffermava a guardarle attentamente diventavano solo intrattenimento io volevo qualcosa di più intimo volevo essere in grado di leggere le mie foto una dopo l'altra e ho capito che potevo stampare in bianco e nero e avere un'esperienza diversa così ho introdotto "bianco e nero" nel mio vocabolario Ho fatto un viaggio 150 km a nord di New York, in una riserva chiamata Catskill Mountains Ci sono andato con Diane Arbus per un giorno e feci questa foto un uomo dietro una rete non c'era altro ma ho sentito dentro ho sentito istintivamente che questo era surreale strano e scattai questa foto e la mostrai al direttore del museo d'arte moderna e lui la prese e la inserì nella sua prima mostra era il nuovo direttore, John Szarkowski e la inserì nella mostra e la appese dopo le foto di Robert Frank e mi dissi "mio Dio! In un anno sono stato in grado di scattare una foto che è finita in un museo! WOW" Che fantasticao fotografia! ma quella foto mi insegno qualcosa e cioè che l'ambiguità, la difficoltà di distinguere cosa succede è una risorsa importante per la fotografia un'energia importante per la forografia e dovrei prestarci più attenzione Qui non c'è ambiguità All'inizio, quando non conosci il mezzo piccole cose, un gesto, la danza della vita il senso della futilità che questo uomo, mentre calciava un pezzo di carta in quel modo la notte di capodanno, a Time Square in qualche modo, quel gesto e la sua inutilità divenne per me lo spirito umano che stavo cercando di fotografare Non potete mai sapere nelle fotografie, cosa sta succedendo fa parte della bellezza e del mistero di questo mezzo la macchina mostra proprio il soggetto a cui stai mirando precisamente e ancora non si è mai veramente sicuri se sia un gesto di rabbia o un gesto gentile non lo sappiamo Un anno dopo, iniziai a provare un sentimento, e mi ci volle un po' per farlo crescere in me, che il compito del fotografo il lavoro del fotografo non è quello di mettere il soggetto al centro dell'inquadratura ma c'è la possibilità di inserirlo in qualsiasi parte dell'inquadratura e anche se mi ci vollero molti anni per arrivare a un metodo che funzionasse per arrivare a questo, ho avuto la prima visione l'ho assaporato la prima volta nel 1963-1964 c'era dell'altro oltre a scoccare la freccia nel centro dell'immagine ma alcune volte non avete scelta nel 1964 come molti della mia generazione me ne andai in giro per l'america in cerca di Robert Frank che fece il suo grande lavoro The Americans che per la mia generazione non so quanti di voi lo avete visto ma per la mia generazione Americans era il livello più alto il livello più alto di una fotografia letteraria che potesse prendere queste serie di fotografie separete e raccoglierle in un libro con tanta forza e con tale verità che per me era un sogno e avrei voluto riuscirci anche io e così, in una sorta di innocenza giovanile presi un furgoncino Volkswagen e guidai in giro per l'America fotografando e ricordo qui, a Los Angeles, California vedere questa donna e il suo bambino ed era seduta in una classica situazione americana una casa carina d'angolo aveva tutto la macchina parcheggiata nel vialetto il bambino eppure lei sembrava così annoiata e pensai che questa racchiudeva tutta l'essenza dell'America che stavo vivendo io per me non mi sono mai fatto domande, scattando per me è stato il momento più intuitivo e puro sono entrato in questa stanza la tenda sventolava sentivo che era così innocente quasi nulla, qui eppure c'era una qualità lirica che mi diceva "scatta la foto" non so... sembra così divertente per me questa foto la mia disciplina mi impone di avere una macchina fotografica sempre con me una Leica, che ho iniziato a portare da quasi subito, all'inizio ovunque vada ogni giorno perché non sai mia cosa può succederti essere in casa di qualcuno, dopo cena e qualcuno dice: guarda le mie diapo ed ecco cosa succede ops! Scusate questo teatro questo specchio questo schermo questo arco queste cose assieme non sono niente per me questa è la fortuna di essere un fotografo con macchina fotografica ...per la traduzione... se mi sento in difficoltà,chiedo... ma nessuno sta ancora andando via Ringrazio tutti voi per avere tutta questa voglia di ascoltarmi in inglese mi scuso per non essere capace di parlare nella vostra lingua così musicale provo a studiarlo forse questa foto è stata istruttiva per me, profondamente riguardo alla fortuna di essere in giro per il mondo con una macchina fotografica così quando insaspettato come questo e sono certo che non c'era nessuna relazione tra questo uomo con il martello e l'uomo a terra a parte il fatto che lui era sulla strada di questo ragazzo che doveva tornare al lavoro quello che mi lascia perplesso è la grande tragicità di tutta questa gente che sta intorno e non muove in dito non lo aiutano è una delle grandi tragedie della vita nelle grandi città nel 1966 ho fatto un po' di soldi con la pubblicità, a New York e sono venuto in Europa per un anno e ho vissuto e fotografato ovunque in europa ma ho passato almeno sei mesi in Spagna e vivevo con degli zingari gitani e avevo una visione interiore della spagna e dal quel momento pensai che quello sarebbe stato il Paese in cui sarei tornato più volte anche se penso che l'Italia sia il posto in cui mi sento più me stesso prima ho detto che l'ambiguità era un tema centrale per me e credo che quest'immagine la offre come un'osservazione non succede nulla in questo immagine non c'è niente di collegato un uomo...scusate come si torna indietro?!? Non c'è davvero nulla quest' uomo che cammina il bambino gioca a terra nessuno è in relazione eppure, questa foto ha, per me uno dei momenti narrativi che, io, penso sia cosa possa essere la fotografia questo mistero è come il mistero è illuminato una frazione di secondo 1/250 ed ecco che nasce una fotografia sapete, ogni tanto l'osservazione è solo una piccola osservazione come questa cosa e istintivamente tu lo vedi e vedi qualcosa a un livello inconscio e tu rischi facendo una foto che ha contenuti non è su di esso: è insito Non è l'espressione della vita che imita l'arte Questo un museo parigino in cui sono entrato e questo succedeva dentro e fuori il reale e l'immaginato e senza una macchina, non esiste Quando penso alla fotografia, penso che sia un gioco di vista scusi, ha alzato la mano? prego! Avete sentito la domanda? Chiede se vado in giro con due macchine fotografiche e c'è una ragione per il bianco e nero? sì, avevo due Laica una a colori e una in b/n e quando potevo fare due foto una di seguito all'altra, se l'azione non cambiava troppo velocemente e avevo un momento per farlo, lo facevo perché volevo sapere perché il colore ricordate negli anni 60 e 70 il b/n era era la forma d'arte riconosciuta in fotografia e il colore era considerato per nulla seria ma io non la pensavo così pensavo che il colore aveva una sua voce e una sua ragione e volevo fare fotografie che avessero un significato anche con il colore e mi portavo queste due macchine e infatti nelle mostre esponevo una o due paia di queste accoppiate colore e b/n assieme a volte è più piccolo dettaglio in tutto il fotogramma che è la chiave che colpisce l'artista e rivela il momento per me, il modo in cui il ragazzino tiene unite le ginocchia così da rimanere fermo mentre versa l'acqua nelle mani dell'uomo un sottile flusso d'acqua mi sembra un gesto di dignità e rispetto e questo è il cuore della foto il motivo per cui balzai in strada e scattai la foto. Dovete credere al vostro istinto perché il vostro istinto è ciò che siete come artisti se seguite l'istinto ogni volta che siete fuori e non lo mettete in discussione farete una serie di foto che saranno le vostre fotografie che mostreranno ciò che vedete voi come una cosa che vedete nella rete ogni immagine che potete vedere in qualsiasi archivio, in un catalogo assomiglieranno ai vostri pensieri più profondi e alle vostre qualità migliori ed è una cosa molto difficile da seguire perché molte fotografie lì fuori sono seducenti... i colori, i tramonti corpi scintillanti tutte cose che vi portano intorno a un clichè quando in realtà ognuno di voi è capace di fare un'opera d'arte ma dovete fidarvi del vostro io più intimo Durante il mio anno in Europa guidavo con la Laica sulle ginocchia e quando vedevo qualcosa a 100 all'ora scattavo la foto perché se fermavo l'auto e cercavo di scattare poteva essere già passato il momento e quando tornai a New York avevo duemila fotografie fatte da un'auto in corsa e ci feci una mostra al MOMA e avevo 30 anni ma il segreto era che essere dentro l'auto era come essere dentro una macchina fotografica il finestrino, fuori dal finestrino c'era un'immagine che si muoveva e passava e ogni volta che c'era qualcosa di forte nel finestrino nella figura, io alzavo la macchina e scattavo e mi permise di rompere tutte le regole che uno inizia a mettere assieme Ho lasciato che il tempo e la casualità dell'inquadratura creassero l'immagine e fu sorprendente castelli e draghi qualche volta ci sono momenti teneri ma oggi ricordo venirmi incontro in macchina e sentivo lo sventolio della sciarpa e ogni volta che vedo questa foto sento il suono della sciarpa sventolare e vedo questi visi passare non c'è modo di spiegarlo se non avete una macchina fotografia non lo vedete in questa foto c'è una lezione in quasi ognuna ce n'è una ma in questa questo ragazzo, questo fotografo ha un pezzo di fazzoletto di carta nel retro della macchina fotografica e sul pezzo di carta c'era lo schema di dove le due modelle dovessero mettersi e lui le vedeva nella scena e io lo guardavo organizzare le due modelle perché stessero nella scena e in quel preciso istante il bambino si lancio dal ponte eccolo. Ecco la gamma di fotografia che va da quella manipolata per la pubblicità a quella istantanea e inaspettata Vi fa ricordare quando eravate ragazzini? nel 1971 l'America era ancora in guerra con il Vietnam e ricevetti l'incarico dal Guggenheim Museum di fare un lavoro in giro per l'America per documentare in che condizioni fosse la nazione e io scelsi come soggetto come la gente spendesse il suo tempo libero perché l'America, allora, era una nazione veramente ricca e la gente aveva iniziato ad creare complessi abitativi per pensionati e non prestavano attenzione ai più giovani o al resto della popolazione non prestava attenzione alla guerra in Vietnam e per me è stato l'inizio del declino dell'America fino a dove è arrivata oggi e questa immagine mi da il senso dell'abbassamento della qualità degli Americani questo uomo stava guardando la sua auto sfasciata il resto sono una decina di foto di una serie intitolata "Still going" (Meyerowitz fa notare le zampe del gallo e i piedi dell'uomo, che sono nella stessa posizione) Queste ultime state scattate da un'auto in corsa qualcosa che continuo a fare, anche qui perché è un buon esercizio un rinfrescare la mente ogni giorno anche quando portate avanti un compito come guidare fino al supermercato intorno al 1975-1976 ho iniziato smisi completamente con il b/n e iniziai a sentire che avevo raggiunto uno di quegli "altipiani" di cui vi parlavo prima volevo vedere se riuscivo a smettere con questo tipo di casualità capite, no? è come essere un atleta fare una bella performance io volevo andare oltre questo tipo di foto o queste o queste queste occasioni questi momenti che accadono sono la storia volevo vedere se potevo allontanarmi da questo e iniziare ad aggiungere la profondità del spazio in una città alla casualità davanti finchè potessi separarli e fare una foto su tutto ciò che è presente nell'inquadratura quella precoce intuizione di dieci anni prima Volevo vedere se riuscivo a fare foto dove non c'era niente al centro della scena che potesse collegare gli elementi se l'energia che trasmetteva la scena era sufficiente per essere letta come una fotografia Una domanda- E' solo una domanda e non sono nemmeno certo di aver avuto successo ma questo non importa perché ciò che importa è che sia nata una domanda interiore che ti porti a rompere ciò conosci e che provi a fare qualcosa che sia fuori dalla tua "comfort zone", sicurezza durante questo periodo di sperimentazione i miei due più cari amici Gary WInograd e Tod Papageorge guardavano le foto e mi dicevano hai perso il tuo tocco sei fuori dai giochi, in qualche modo ma io non lo pensavo pensavo che stavo cercando che fosse un livello differente di comunicazione di spingere oltre il livello di comunicazione della fotografia particolarmente soddisfatto da quel paio di stivaletti sulla porta e i piedi è una sfida cercare di scattare foto sopratutto in città di qualsiasi posto dove le cose sono sconnesse ma in qualche maniera c'è una dinamica un'energia che tiene il tutto unito che lo tiene a malapena unito potete vedere le differenze in queste foto non c'è il gioco la storia nel centro a tenerle unite caotiche e a questo punto ho iniziato a fare grandi stampe non così grandi come queste ma abbastanza da poterci entrare come se fosse una finestra Spendiamoci un attimo in quel preciso periodo era il 1976 ho capito che stavo vivendo un periodo frustrante con il 35 mm e se volevo fare grandi stampe con tutto a fuoco dovevo avere un formato più grande che mi desse la descrizione di ogni singola cosa nello spazio e un artista deve arrivare a questo idea John Szarkowsky il direttore del MOMA spesso scrisse nei suoi libri sulle mostre che tutto ciò che la macchina fotografica fa è descrivere ciò che c'è davanti ad essa e io ho sempre frainteso volevo che la macchina riprendesse la scena che io volevo con più descrizioni descrizioni più ampie e profonde così passai a un grande formato e iniziai a fare foto allo spazio e alla luce e vissi una rivoluzione totale nella mia via e nel mio lavoro la scala cambio mi sentivo a mio agio inserendo piccoli dettagli lontano sapete, quando lavorate per strada siete sempre a due o tre metri di distanza dagli altri è sexy molto dinamico è figo energizzante con il grande formato fai un passo indietro nello spazio e credi a tutto ciò che la macchina fotografica descriverà tutto ciò che entra nella scena e così il cambiamento, il cambiamento interiore riguarda l'energia di ciascuno Puoi rischiare di fare una foto come questa perché so che quando guardo il negativo che ogni singolo posto a sedere ogni singola persona si vede chiaramente puoi vedere i volti puoi leggere i numeri sui sedili perfino da questa distanza questa è la primissima foto che scattai con un banco ottico andai a Cape Cod con la mia famiglia andai nella casa presa in affitto e posizionai il banco ottico per la prima volta, per vedere come funzionava e ci litigai per un'ora per mettere a fuoco correttamente avere le linee giuste poi scattai e questa foto ce l'ho dal 1976 e mi dico Wow, che fortuna, per essere la prima foto! E poi, come sempre fa la fotografia mi mostro un altro lato di sé stessa con questa grande macchina fotografica potevo guardare nell'oscurità quando arrivava quando il giorno stava finendo potevo esporre per due minuti o tre tutto il tempo necessario così da registrare i dettagli più nascosti del cambiamento di luce sapete, quando andate in giro con un grande formato su cavalletto la gente vi vede e vi viene vicino e ti parla e se prima pensavo di essere invisibile per le strade di New York o di Parigi o altrove ho esercitato l'invisibilità e la velocità ma ora ero totalmente visibile e la gente si avvicinava e mi chiedeva perché usassi un banco ottico è così vecchio questo banco ottico è stato fatto quando sono nato io, nel 1938 e quindi sì, è veramente vecchio ma ... quando la gente ha iniziato a parlarmi mi sono scoperto ad osservarla e allora ho capito che la gente è affasciante che è essa stessa un panorama la pelle, i vestiti i capelli la vecchia tradizione della ritrattistica, August Sander e Ervin Penn e Atget... improvvisamente scoprii questa cosa la gente mi interessava e avrei dovuto seguire questa curiosa nuova domanda e scattai diverse migliaia di ritratti all'aria aperta un'immagine ciascuno non lavori in studio solo un'immagine Questa ha una grande storia ma non posso spiegarvela! vorrei, ma proprio non posso negli anni '80 avevo uno studio a New York e questa era la vista dalla finestra e in un periodo di 10 anni ho scattato molte foto a questo panorama nonostante il clima perché New York è un'isola sull'atlantico e ha un clima sia tropicale che artico e può essere dannatamente caldo come terribilmente freddo e scattai queste foto e nel 2001 ho allestito una mostra a Soho intitolata Guardando a Sud del panorama newyorkese e ovviamente in ogni foto c'erano le Torri Gemelle e pochi giorni prima dell'11 settembre ero a New York e stavo preparando la mostra ed ero in studio e scattai una foto non questa non era molto interessante il cielo era piatto non era interessante e mi dissi torno la prossima settimana saranno sempre lì sai, quando pensi che gli oggetti rimangono dove sono sempre stati e tre giorni dopo questo e ti insegna ad apprezzare il momento qualsiasi momento della tua vita perché non sai mai cosa può succedere il giorno dopo da vero newyorkese volevo fare qualcosa non volevo fare solo panini per i volontari e salutarli quando entravano in Ground Zero volevo aiutare davvero ma non c'era nessun modo d'essere d'aiuto e un pomeriggio quando ero vicino al perimetro al World Trade Center che era coperto da transenne e teloni cerati ero in mezzo ad altra gente e alzai la mia Leica e quando lo feci una poliziotta mi tocco la spalla mi girai e mi disse nessuna foto, amico questa è una scena del crimine come vero newyorkese non prendi merda da un poliziotto Non so come la pensate voi sulle autorità specialmente quando hanno una piuma sul cappello ma io dissi di cosa sta parlando questa è la strada la scena del crimine è lì dentro io sono un cittadino e posso fare le foto avvicinò il suo viso al mio e mi disse ti strappo la macchina dalle mani il Sindaco Giuliani ha detto che non è permesso fotografare Quando ho sentito questo volevo baciarla perché quando ha detto non è permesso fare nessuna foto ho avuto un'idea avete presente un lampo di genio? Se nessuna foto è permessa allora significa niente storia e questo NON può accadere non si può tenere alla larga la storia e ho pensato subito che era quello che avrei fatto sarei entrato in Ground Zero in qualche modo per creare un archivio una foto che racconti la storia del lavoro che c'è lì dentro ma ovviamente il capitano mi disse di no e mi spinse via e sapete cosa ho imparato? puoi combattere puoi far accadere qualcosa e così feci io ho fatto e sbrigato finché ho trovato un posto da cui entrare e sono entrato in Ground Zero e ci sono rimasto per nove mesi e c'era un gruppetto di detective detective newyorkesi che mi proteggevano ogni giorno perché non credevano che il Sindaco avesse il diritto di cancellare la storia e questi ragazzi andarono contro la legge e se la presero presonalmente dicendo "fanculo al Sindaco" ti ci portiamo noi cose come queste accadono se spingi abbastanza forte perché ognuno di noi quando le Autorità fanno repressione dice vado a casa e farò la rivoluzione per conto mio ma il fatto è che abbiamo una voce che sia qui o in America abbiamo una voce e dobbiamo farci sentire se crediamo in quello che facciamo l'economia in rottami in cui stiamo vivendo dimenticatela le grandi nazioni le grandi nazioni industriali possono in grado di fare qualsiasi cosa e sono umiliate dalla crisi economica è già di per sé tragico da vedere così per nove mesi lavorai a Ground Zero e ho affrontato ogni tipo di emozione guardando i corpi di gente che erano smembrati o inceneriti erano belle giornate ma io ero conscio che stavo guardando un cimitero con tremila persone ma la giornata era bella era un giorno più o meno come oggi a fine ottobre e ricordo che ero fermo lì e pensavo devo scattare queste foto? c'è gente morta perché mi sento così bene proprio ora il sole mi scaldava la schiena sentivo la luminosità del giorno e pensai DEVO devo scattare queste foto perché è ciò che la natura e il tempo faranno per noi la natura e il tempo spingono gli eventi i tragici eventi ulteriormente lontano ogni giorno diventano sempre più piccoli e quando uno lo capisce diventa un omaggio alla natura grazie per darci un giorno in cui star meglio un giorno per farci sentire bene farci sentire ancora vivi grazie qui sotto questo gruppetto di persone i detective di New York sono quelli che mi hanno protetto per 50 giorni ogni giorno si sono presi cura di me e tenuto in gioco e sono ancora in contatto con alcuni di loro e tutti loro si sono ammalati ciascuno di loro ha problemi pomonari per aver respirato la polvere cerco di raccontarvi una storia oh, avete ancora tempo? siamo in ritardo? bene, ancora cinque minuti noi eravamo sotto la torre sud e qui nel centro c'era uno spazio dove si sono piegate i piloni qui c'era una scala dal World Trade Center e in quel posto hanno trovato cinque corpi di pompieri intatti vestiti le giacche le bombole, tutto era intatto e un uomo venne fuori da quel posto e disse a tutti i presenti che la scala era della torre nord e noi eravamo nella torre sud e tutti quegli uomini tutti tutti assieme, fecero "ooohh" come se potessero vedere la torre cadere e questi cinque uomini sulla scala volare centinaia di metri incontro alla morte tutti questi pompieri potevano immaginare la fine della loro vita e questa è stata un'esperienza incredibile essere con questi uomini quando hanno avuto questa ondata di emozione Questo mi ricordava molto l'Italia come i Bagni di Caracalla Qualcosa delle sue rovine sapete una delle cose che le persone non sanno di Ground Zero è che c'erano centinaia di alberi ai lati delle strade intorno alle torri e di lampioni fermate di autobus e quando i palazzi crollarono enormi travi di acciaio caddero in strada come lame in un frullatore e tagliarono tutto ciò che c'era pensiline alberi lampioni cabine del telefono tutto è stato falciato e anche le persone che stavano scappando sono state spazzate via dall'acciaio che cadeva dal cielo e questo albero umiliato mi ricorda che nello stesso istante in cui stavo lavorando dentro Ground Zero avevo ricevuto la richiesta di un editore di fare un libro sulla Toscana e mi diedero un anticipo di venticinque mila dollari e li spesi anticipatamente su Ground Zero per fare il mio lavoro a un certo punto l'editore mi chiamò e mi chiese come procede il libro? e gli dissi non c'è ho speso i soldi a Ground Zero e lui disse Joel devi andare in Toscana Così quando le cose si calmarono un po' nel gennaio del 2002 andai alla chetichella in Toscana in Val d'Orcia e in val D'Arbia sotto Siena e lavori per due o tre settimane e poi tornai ad ogni stagione per tutto l'anno ma la Toscana mi diede una nuova prospettiva perché vivere a Ground Zero ogni giorno e pensare al terrorismo che era una realtà per tutti noi era facile dimenticare che in alcuni posti nel mondo tutte le tradizioni i ritmi sono ancora vivi e venire in Toscana e sentire il sistema la cura della terra mi diede un senso di benessere che il mondo era ancora un bel posto ed era importante fare un libro che mostrasse che questo era una qualità che avevamo ancora tutti nelle nostre vite era l'antidoto al terrore alla tragedia e al caos e intendo davvero da questo a quello Tutte e due in pieno sole ma al posto degli alberi avevo queste cose Loro usavano questi per portare fuori le macerie c'erano 75 di questi bulldozer nello spazio di quattro quartieri di New York probabilmente 4 ettari 75 di questi macchinari e ogni volta che usciva un bulldozer c'era un' esplosione perché sotto il fuoco infuriava ogni cosa che volava bruciava sul fondo si era depositato il carburante degli aerei che faceva da combustibile e l'area si ossigenava e alimentava questi bastoni queste cose le chiamano bastoni Pam! Pam! Nel momento in cui sono arrivati in fondo Che era sette "storie" sotto il livello zero per arrivare alla crosta terrestre Portavano via queste macerie e ogni giorno grattavano nelle macerie in cerca di un osso, di un dente qualsiasi cosa da cui si potesse ricavare il DNA di qualcuno morto lì ed era quasi un compito incredibilmente tenero quello di quegli uomini con i rastrelli stavano proprio rastrellando il terreno Quando tornai in Toscana e vidi il terreno e sentii questa comunione con esso questa connessione con il terreno e infatti questo lavoro è ciò che io chiamo fotografia muta non c'è arte. E' solo sporco, gelido ..la brina (*in italiano) sembra quasi buono gelato (*in italiano) fango gelato (*in italiano) ma questo lavoro tre o quattro anni dopo da questo scaturì un nuovo lavoro gli elementi: terra, fuoco, aria e acqua nel quale ho prodotto foto come questa nessun orizzonte, niente spazio: tutto piatto non credo di averne qui ma vi mostra una cosa che anticipa ciò che viene dopo Questo ragazzo è uscito di prigione due giorni prima. Sing Sing. e aveva un lavoro a Ground Zero Siamo entrati in confidenza e gli chiesi: "sei appena uscito di prigione come hai ottenuto un lavoro?" MI rispose così: Avevo degli amici di famiglia sai cosa intendo dire... mi hanno aiutato" Era un ragazzo della magia da Jersey e loro gli hanno dato un lavoro Come una compagnia di balletto QUesto è un osso pelvico hanno trovato l'osso quando rastrellavano E infine Nel 2002, alla fine di maggio Hanno pulito il sito Questo è il giorno prima che venisse chiuso il sito e ancora alcuni uomini a carponi su mani e ginocchia stavano cercando gli ultimi frammenti di esseri umani che potessero essere identificati c'era una sorta di tenera devozione all'interno di Ground Zero che non avevo mai riscontrato in tutta la mia vita Gente che passò 9 mesi nella ricerca di sconosciuti Per me questo è stata la migliore qualità dell'idea americana il senso dell'individuo che vale qualcosa e persone che fanno di tutto per aiutare in questo caso identificare i deceduti A me è sembrato qualcosa di incredibilmente innato e buono nella natura umana americana non so se lo pensate anche voi e questa è l'ultima foto L'ultimo giorno, quando hanno chiuso il sito stavo facendo un giro e c'era la rotaia di un treno sotto Ground Zero Che andava sotto il fiume Hudson che portava i pendolari avanti e indietro dal New Jersy a New York e camminando ho visto dei ciuffi d'erba che crescevano e ho pensato che per 35 anni questi semi sono stati nel buio di un tunnel e ora la luce del sole e la pioggia e il tepore quest'erba ha ricominciato a crescere dopo 35 anni nel buio e questo mi ha dato una sorta di speranza che le cose buone ci sono e e lo spazio verrà ripulito e verranno eretti nuovi palazzi e ci sarà un parco e monumenti al posto dei morti e la vita andrà avanti e forse le cose un giorno andranno di nuovo bene grazie grazie a tutti