grazie per essere qui
di sabato sera
avere una platea gremita di sabato sera a Milano
non è comune e così
vi dico grazie
questo è il mio 50° anniversario
50 anni di fotografia
e la domanda che continuo a farmi
è perché continua a essere così interessante
per me
potreste pensare che dopo 50 anni
potrebbe essere diventata piatta, noiosa
ma non è il mio caso
mi sembra che ogni 6 o 7 anni
qualcosa in me è cambiato, come le stagioni
cambiando le mie idee sulla fotografia
e i soggetti che mi hanno interessato
così, sostanzialmente
per 50 anni
questo mezzo, questo mistero
che il mondo quotidiano
sotto gli occhi di tutti noi
mi ha dato un mistero costante
che mi collega alla fotografia
e a me stesso
così, in questo senso
la fotografia è stata la mia maestra
e a questa età
dopo 50 anni di lavoro
mi sento rinnovato
e pronto a cominciare un nuovo lavoro
e ogni giorno mi alzo
e scendo nelle strade
o in campagna o in qualche
paesino, in Italia
e mi sento affamato
qualcosa arde in me e mi dice di
continuare a guardare
perché è così interessante
guarda quel volto
guarda il gesto che fa qualcuno
guarda la luce su quel terreno
sembra che per tutto il giorno
mi dico guarda questo
guarda quello
il mondo ha un effetto stimolante su di me
e così credo di dare
il mio piccolo contributo
lo onoro
impugnando la macchina fotografica
e premendo il bottone
prendendo dentro
un'altra cosa che vedo
è il fermento, la vita
la ricchezza, il mistero
che mi fa provare amore per qualcosa
questa umana sensazione
si manifesta attraverso
una macchina fotografica
e avviene una sorta di scambio
che da alla mia vita un significato
credo che oggi
nel mondo in cui viviamo
in cui ogni persona con un telefono
ha una macchina fotografica
viviamo in un ambiente più ricco
ognuno di noi
può fare foto a qualcosa
e identificarsi con esso
e non è sempre stato così
si faceva una scelta precisa
acquistando una macchina fotografica
e uscire per fare foto
e ora è disponibile per tutti
ok, forse anche troppo
c'è qualcuno che
ha bisogno di traduzione?
ok
puoi stare con me o sederti
mi fai compagnia
quando cominciai, 50 anni fa
la fotografia non era
l'arte ricca
che è oggi
era vista come
qualcosa di piccolo e basso
artigiani (* in italiano)
non era un impegno pieno
una forma d'arte pienamente riconosciuta
mi ricordo
che nel 1964
guardando una mostra
a New York
delle foto di Ansel Adams
il prezzo di una sua foto
all'epoca era di 25 dollari
cioè 20 euro
per una foto di Ansel Adams
la mia generazione di fotografi
non aveva speranza
di sopravvivere
noi sapevamo
di non poter vivere con la fotografia
e abbiamo fatto della fotografia
la passione di credere
che questo mezzo potesse
comunicare le nostre
sensazioni più profonde
le nostre idee
e c'era un piccolo gruppo
a New York
Garry Winogrand
me
Diane Arbus
Tod Papageorge
Ralph Gibson
Lee Friedlander
ci guardavamo l'un l'altro in strada
e condividere la nostra passione
per questo mezzo
perché era ciò che era:
una comunicazione tra
i fotografi più giovani
e quelli un po' più vecchi
ma era sufficiente
per darci
l'energia necessaria
per continuare a lavorare
vorrei mostrarvi
alcune delle prime foto
che fanno parte di un libro
retrospettivo
pubblicato quest'anno a Londra
chiamato
prendendo il mio tempo
che sarebbe "prendendo il mio tempo"
sono giunto a quel titolo realizzando che
durante tutto questo ciclo di 50 anni
non mi sono mai affannato
correvo veolcemente in strada
ero veloce nel far foto
ma ero lento
nello sviluppo di ciò che vi era dentro
o forse lento nel riconoscere
le idee nelle fotografie
e così mi piacerbbe mostrarvi
alcuni di questi cicli che ho vissuto
in questi 50 anni
e vi offro l'opportunità
questa è l'unica volta in cui
saremo tutti assieme
se avete una domanda, qualcosa
che volete chiedermi
semplicemente chiamatemi
dite "Joel"
e ne parleremo
questa non è una lettura magistrale
concordate?
nessuna domanda sinora?
va bene, iniziamo
bene
nel 1962 lavoraro come
art director in una piccola agenzia pubblicitaria
e disegnavo depliant
e il capo assunse Robert Frank
per le fotografie del mio depliant
e come vidi Robert Frank lavorare
e non sapevo nulla di Robert Frank
come lo vidi lavorare
ebbi una visione
il mondo si muove
e si poteva intercettare il movimento
del mondo con la macchina fotografica
e non lo sapevo prima
mi eccitò così tanto che
tornai subito in ufficio
e lasciai il lavoro
e scesi in strada con una macchina
presa in affitto
e ci misi su un rullino a colori
perchè sapevo che avrei potuto svilupparlo
e avere le foto in tre ore
ero così affamato di vedere immagini
che iniziai con il colore,
senza sapere che la gente pensasse
che il colore fosse per
fotoamatori
pubblicità
matrimoni
ma l'ho usato il mio materiale primario
nel giro di due mesi da quando presi la macchina fotografica,
feci l'autostop da
News York fino a CIttà del Messico
e in Messico scattai questa foto
e mi sorprese
che ci può essere qualcosa in un angolo dell'inquadratura
e la foto continuare ad avere comunque molta energia
stavo cominciando a capire
che bisogna guardare tutta l'inquadratura
Scendevo per le strade di New York ogni giorno
e come ragazzo di 24 anni ero "timido"
e schivo
ma ho dovuto imparare a essere
più ...non più agressivo
solo più espansivo
feci una serie di ritratti di donne
sempre donne molto forti
donne difficili, toste
credo perchè mia madre
è stata una presenza femminile
molto forte nella mia vita
le donne mi hanno sempre attratto
volevo sapere di più
o capire il mistero delle donne
A New York, a primavera
ci sono manifestazioni ogni
fine settimana
e il fotografo inglese Tony Ray Jones
non so se lo conoscete
abbiamo la stessa età e
ci siamo trovati
e ogni sabato
andavamo alle manifestazioni
e lavoravamo ai margini delle manifestazioni,
perchè le manifestazioni ci davano
copertura, un camouflage
e osservavamo la scena evolversi
e imparare come avvicinarci
senza necessariamente dover fotografare
lo spettacolo sfarzoso delle manifestazioni
qualche volta, in quel primo
alla fine del 1962
iniziai a capire che
quando proiettavo diapositive sullo schermo
nessuno si soffermava a guardarle attentamente
diventavano solo intrattenimento
io volevo qualcosa di più intimo
volevo essere in grado di leggere le mie
foto una dopo l'altra
e ho capito che potevo
stampare in bianco e nero
e avere un'esperienza diversa
così ho introdotto "bianco e nero" nel mio vocabolario
Ho fatto un viaggio
150 km a nord di New York,
in una riserva
chiamata Catskill Mountains
Ci sono andato con Diane Arbus
per un giorno e feci questa foto
un uomo dietro una rete
non c'era altro
ma ho sentito dentro
ho sentito istintivamente
che questo era surreale
strano
e scattai questa foto e la mostrai
al direttore del
museo d'arte moderna
e lui la prese e la inserì nella sua prima mostra
era il nuovo direttore, John Szarkowski
e la inserì nella mostra e la appese
dopo le foto di Robert Frank e
mi dissi
"mio Dio! In un anno
sono stato in grado di scattare una foto
che è finita in un museo! WOW"
Che fantasticao fotografia!
ma quella foto mi insegno qualcosa
e cioè che
l'ambiguità, la difficoltà
di distinguere cosa succede
è una risorsa importante per la fotografia
un'energia importante per la forografia
e dovrei prestarci più attenzione
Qui non c'è ambiguità
All'inizio, quando
non conosci il mezzo
piccole cose, un gesto, la danza della vita
il senso della futilità
che questo uomo, mentre calciava un pezzo di carta
in quel modo la notte di capodanno, a Time Square
in qualche modo, quel gesto
e la sua inutilità
divenne per me lo spirito umano
che stavo cercando di fotografare
Non potete mai sapere
nelle fotografie, cosa sta succedendo
fa parte della bellezza e del mistero
di questo mezzo
la macchina mostra proprio
il soggetto a cui stai mirando
precisamente e
ancora non si è mai veramente sicuri
se sia un gesto di rabbia
o un gesto gentile
non lo sappiamo
Un anno dopo,
iniziai a provare un sentimento,
e mi ci volle un po' per
farlo crescere in me,
che il compito del fotografo
il lavoro del fotografo
non è quello di mettere il soggetto
al centro dell'inquadratura
ma c'è la possibilità di inserirlo
in qualsiasi parte dell'inquadratura
e anche se mi ci vollero
molti anni per arrivare a
un metodo che funzionasse
per arrivare a questo,
ho avuto la prima visione
l'ho assaporato la prima volta
nel 1963-1964
c'era dell'altro oltre a
scoccare la freccia
nel centro dell'immagine
ma alcune volte non avete scelta
nel 1964 come molti della mia generazione
me ne andai in giro per l'america
in cerca di Robert Frank
che fece il suo grande lavoro
The Americans
che per la mia generazione
non so quanti di voi
lo avete visto
ma per la mia generazione
Americans era il livello più alto
il livello più alto di una fotografia
letteraria
che potesse prendere queste
serie di fotografie separete
e raccoglierle in un libro
con tanta forza
e con tale verità
che per me era un sogno
e avrei voluto riuscirci anche io
e così, in una sorta
di innocenza giovanile
presi un furgoncino Volkswagen
e guidai in giro per l'America
fotografando
e ricordo qui, a Los Angeles, California
vedere questa donna e il suo bambino
ed era seduta in una
classica situazione americana
una casa carina d'angolo
aveva tutto
la macchina parcheggiata nel vialetto
il bambino eppure
lei sembrava così annoiata
e pensai che questa
racchiudeva tutta l'essenza
dell'America che stavo vivendo io
per me
non mi sono mai fatto domande, scattando
per me è stato il momento
più intuitivo e puro
sono entrato in questa stanza
la tenda sventolava
sentivo che era così innocente
quasi nulla, qui
eppure c'era una qualità lirica
che mi diceva "scatta la foto"
non so...
sembra così divertente per me
questa foto
la mia disciplina
mi impone di avere una
macchina fotografica
sempre con me
una Leica, che ho iniziato a portare
da quasi subito, all'inizio
ovunque vada
ogni giorno
perché non sai mia cosa
può succederti
essere in casa di qualcuno,
dopo cena
e qualcuno dice:
guarda le mie diapo
ed ecco cosa succede
ops! Scusate
questo teatro
questo specchio
questo schermo
questo arco
queste cose assieme non sono niente
per me questa è la fortuna
di essere un fotografo
con macchina fotografica
...per la traduzione...
se mi sento in difficoltà,chiedo...
ma nessuno sta ancora andando via
Ringrazio tutti voi per
avere tutta questa voglia di
ascoltarmi in inglese
mi scuso per non essere
capace di parlare nella
vostra lingua così musicale
provo a studiarlo
forse questa foto
è stata istruttiva per me,
profondamente
riguardo alla fortuna di essere
in giro per il mondo
con una macchina fotografica
così quando insaspettato
come questo
e sono certo
che non c'era nessuna relazione tra questo
uomo con il martello
e l'uomo a terra
a parte il fatto che
lui era sulla strada
di questo ragazzo
che doveva tornare al lavoro
quello che mi lascia perplesso
è la grande tragicità di
tutta questa gente che sta intorno
e non muove in dito
non lo aiutano
è una delle grandi tragedie della
vita nelle grandi città
nel 1966
ho fatto un po' di soldi
con la pubblicità, a New York
e sono venuto
in Europa per un anno
e ho vissuto e fotografato
ovunque in europa
ma ho passato almeno
sei mesi in Spagna
e vivevo con degli zingari gitani
e avevo una visione interiore della spagna
e dal quel momento
pensai che
quello sarebbe stato
il Paese in cui sarei
tornato più volte
anche se penso
che l'Italia sia il
posto in cui mi sento
più me stesso
prima ho detto che
l'ambiguità era un tema centrale per me
e credo che quest'immagine
la offre come un'osservazione
non succede nulla
in questo immagine
non c'è niente di collegato
un uomo...scusate
come si torna indietro?!?
Non c'è davvero nulla
quest' uomo che cammina
il bambino gioca a terra
nessuno è in relazione
eppure, questa foto ha, per me
uno dei momenti narrativi
che, io, penso sia cosa possa essere la fotografia
questo mistero
è come il mistero è illuminato
una frazione di secondo
1/250
ed ecco che nasce una fotografia
sapete, ogni tanto
l'osservazione è solo una piccola osservazione
come questa cosa e istintivamente
tu lo vedi e
vedi qualcosa a un livello inconscio
e tu rischi facendo una foto
che ha contenuti
non è su di esso: è insito
Non è l'espressione della vita che imita l'arte
Questo un museo parigino
in cui sono entrato
e questo succedeva dentro e fuori
il reale e l'immaginato
e senza una macchina, non esiste
Quando penso alla fotografia,
penso che sia un gioco di vista
scusi, ha alzato la mano?
prego!
Avete sentito la domanda?
Chiede se vado in giro con due macchine fotografiche
e c'è una ragione per il bianco e nero?
sì, avevo due Laica
una a colori e una in b/n
e quando potevo fare due foto
una di seguito all'altra,
se l'azione non cambiava
troppo velocemente
e avevo un momento per farlo,
lo facevo
perché volevo sapere
perché il colore
ricordate negli anni 60 e 70
il b/n era
era la forma d'arte
riconosciuta in fotografia
e il colore
era considerato per nulla seria
ma io non la pensavo così
pensavo che il colore
aveva una sua voce e una sua ragione
e volevo fare fotografie
che avessero un significato
anche con il colore
e mi portavo queste due macchine
e infatti nelle mostre esponevo
una o due paia di queste accoppiate
colore e b/n assieme
a volte è
più piccolo dettaglio
in tutto il fotogramma
che è la chiave che colpisce l'artista
e rivela il momento
per me,
il modo in cui
il ragazzino
tiene unite le ginocchia
così da rimanere fermo
mentre versa l'acqua
nelle mani dell'uomo
un sottile flusso d'acqua
mi sembra un gesto di dignità
e rispetto
e questo è il cuore della foto
il motivo per cui
balzai in strada e
scattai la foto.
Dovete credere al vostro istinto
perché il vostro istinto
è ciò che siete come artisti
se seguite l'istinto
ogni volta che siete fuori
e non lo mettete in discussione
farete una serie di foto
che saranno le vostre fotografie
che mostreranno ciò che vedete voi
come una cosa che vedete nella rete
ogni immagine che potete vedere
in qualsiasi archivio, in un catalogo
assomiglieranno ai vostri pensieri più profondi
e alle vostre qualità migliori
ed è una cosa molto difficile da seguire
perché molte fotografie
lì fuori sono seducenti...
i colori, i tramonti
corpi scintillanti
tutte cose che vi portano
intorno a un clichè
quando in realtà
ognuno di voi
è capace di fare un'opera d'arte
ma dovete fidarvi del
vostro io più intimo
Durante il mio anno in Europa
guidavo con la Laica
sulle ginocchia
e quando vedevo qualcosa
a 100 all'ora scattavo la foto
perché se fermavo l'auto e
cercavo di scattare
poteva essere già passato il momento
e quando tornai a New York
avevo duemila fotografie
fatte da un'auto in corsa
e ci feci una mostra al MOMA
e avevo 30 anni
ma il segreto era
che essere dentro l'auto
era come essere dentro una macchina fotografica
il finestrino,
fuori dal finestrino c'era un'immagine
che si muoveva e passava
e ogni volta che c'era qualcosa
di forte nel finestrino
nella figura, io
alzavo la macchina
e scattavo
e mi permise di rompere tutte le regole
che uno inizia a mettere assieme
Ho lasciato che il tempo e
la casualità dell'inquadratura
creassero l'immagine
e fu sorprendente
castelli e draghi
qualche volta
ci sono momenti teneri
ma oggi
ricordo
venirmi incontro in macchina
e sentivo lo sventolio della sciarpa
e ogni volta che vedo questa foto
sento il suono della sciarpa sventolare
e vedo questi visi passare
non c'è modo di spiegarlo
se non avete una macchina fotografia
non lo vedete
in questa foto
c'è una lezione
in quasi ognuna ce n'è una
ma in questa
questo ragazzo, questo fotografo
ha un pezzo di fazzoletto di carta
nel retro della macchina fotografica
e sul pezzo di carta
c'era lo schema
di dove le due modelle
dovessero mettersi
e lui le vedeva nella scena
e io lo guardavo
organizzare le due modelle
perché stessero nella scena
e in quel preciso istante
il bambino si lancio dal ponte
eccolo. Ecco la gamma di fotografia
che va da quella manipolata per
la pubblicità
a quella istantanea e inaspettata
Vi fa ricordare quando eravate ragazzini?
nel 1971 l'America era ancora
in guerra con il Vietnam
e ricevetti l'incarico dal Guggenheim Museum
di fare un lavoro in giro per l'America
per documentare in che condizioni
fosse la nazione
e io scelsi come soggetto
come la gente spendesse il suo tempo libero
perché l'America, allora, era una nazione
veramente ricca
e la gente aveva iniziato
ad creare complessi abitativi per pensionati
e non prestavano attenzione ai più giovani
o al resto della popolazione
non prestava attenzione alla guerra in Vietnam
e per me è stato l'inizio
del declino dell'America
fino a dove è arrivata oggi
e questa immagine
mi da il senso
dell'abbassamento della qualità
degli Americani
questo uomo stava guardando
la sua auto sfasciata
il resto sono una decina di foto
di una serie
intitolata "Still going"
(Meyerowitz fa notare le zampe del gallo e i piedi dell'uomo, che sono nella stessa posizione)
Queste ultime state scattate
da un'auto in corsa
qualcosa che continuo a fare, anche qui
perché è un buon esercizio
un rinfrescare la mente
ogni giorno
anche quando portate avanti un compito
come guidare fino al supermercato
intorno al 1975-1976
ho iniziato
smisi completamente con il b/n
e iniziai a sentire che
avevo raggiunto
uno di quegli "altipiani"
di cui vi parlavo prima
volevo vedere se
riuscivo a smettere con
questo tipo di casualità
capite, no?
è come essere un atleta
fare una bella performance
io volevo andare oltre
questo tipo di foto
o queste
o queste
queste occasioni
questi momenti
che accadono
sono la storia
volevo vedere
se potevo allontanarmi da questo
e iniziare ad aggiungere
la profondità del spazio in una città
alla casualità davanti
finchè potessi separarli
e fare una foto su tutto ciò
che è presente nell'inquadratura
quella precoce intuizione
di dieci anni prima
Volevo vedere se
riuscivo a fare foto
dove non c'era niente al centro
della scena che potesse
collegare gli elementi
se l'energia che trasmetteva la scena
era sufficiente per essere letta come una fotografia
Una domanda-
E' solo una domanda
e non sono nemmeno certo
di aver avuto successo
ma questo non importa
perché ciò che importa
è che sia nata una domanda
interiore che ti porti a
rompere ciò conosci
e che provi a fare qualcosa
che sia fuori dalla tua
"comfort zone", sicurezza
durante questo periodo di
sperimentazione
i miei due più cari amici
Gary WInograd
e Tod Papageorge
guardavano le foto
e mi dicevano
hai perso il tuo tocco
sei fuori dai giochi, in qualche modo
ma io non lo pensavo
pensavo che stavo
cercando che fosse
un livello differente di comunicazione
di spingere oltre il livello di comunicazione
della fotografia
particolarmente soddisfatto
da quel paio di stivaletti
sulla porta
e i piedi
è una sfida cercare di
scattare foto
sopratutto in città
di qualsiasi posto
dove le cose sono sconnesse
ma in qualche maniera
c'è una dinamica
un'energia
che tiene il tutto unito
che lo tiene a malapena unito
potete vedere
le differenze in queste foto
non c'è il gioco
la storia nel centro
a tenerle unite
caotiche
e a questo punto
ho iniziato a fare
grandi stampe
non così grandi come queste
ma abbastanza da poterci entrare
come se fosse una finestra
Spendiamoci un attimo
in quel preciso periodo
era il 1976
ho capito che stavo vivendo
un periodo frustrante
con il 35 mm
e se volevo fare grandi stampe
con tutto a fuoco
dovevo avere un formato più grande
che mi desse la descrizione
di ogni singola cosa nello spazio
e un artista deve arrivare
a questo idea
John Szarkowsky
il direttore del MOMA
spesso scrisse
nei suoi libri sulle mostre
che tutto ciò che
la macchina fotografica fa
è descrivere
ciò che c'è davanti ad essa
e io ho sempre frainteso
volevo che la macchina riprendesse
la scena che io volevo
con più descrizioni
descrizioni più ampie e profonde
così passai a un grande formato
e iniziai a fare foto allo spazio e alla luce
e vissi una rivoluzione totale
nella mia via e nel mio lavoro
la scala cambio
mi sentivo a mio agio
inserendo piccoli dettagli lontano
sapete, quando lavorate per strada
siete sempre a due o tre metri di distanza
dagli altri
è sexy
molto dinamico
è figo
energizzante
con il grande formato
fai un passo indietro
nello spazio
e credi a tutto ciò
che la macchina fotografica
descriverà tutto ciò che
entra nella scena
e così il cambiamento,
il cambiamento interiore
riguarda l'energia di ciascuno
Puoi rischiare di fare
una foto come questa
perché so che
quando guardo il negativo
che ogni singolo posto a sedere
ogni singola persona
si vede chiaramente
puoi vedere i volti
puoi leggere i numeri
sui sedili
perfino da questa distanza
questa è la primissima foto
che scattai con un banco ottico
andai a Cape Cod con la mia famiglia
andai nella casa presa in affitto
e posizionai il banco ottico
per la prima volta,
per vedere come funzionava
e ci litigai per un'ora
per mettere a fuoco correttamente
avere le linee giuste
poi scattai
e questa foto ce l'ho
dal 1976
e mi dico
Wow, che fortuna, per essere la prima foto!
E poi,
come sempre fa la fotografia
mi mostro un altro lato
di sé stessa
con questa grande macchina fotografica
potevo guardare nell'oscurità
quando arrivava
quando il giorno stava finendo
potevo esporre per due minuti
o tre
tutto il tempo necessario
così da registrare i dettagli più nascosti
del cambiamento di luce
sapete, quando andate in giro
con un grande formato
su cavalletto
la gente vi vede
e vi viene vicino
e ti parla
e se prima pensavo
di essere invisibile
per le strade di New York o di Parigi
o altrove
ho esercitato l'invisibilità
e la velocità
ma ora ero totalmente visibile
e la gente si avvicinava
e mi chiedeva perché usassi
un banco ottico
è così vecchio
questo banco ottico è stato fatto
quando sono nato io, nel 1938
e quindi sì, è veramente vecchio
ma ... quando la gente
ha iniziato a parlarmi
mi sono scoperto ad osservarla
e allora ho capito
che la gente è affasciante
che è essa stessa un panorama
la pelle, i vestiti
i capelli
la vecchia tradizione
della ritrattistica,
August Sander
e Ervin Penn
e Atget...
improvvisamente
scoprii questa cosa
la gente mi interessava
e avrei dovuto seguire
questa curiosa
nuova domanda
e scattai diverse migliaia di ritratti
all'aria aperta
un'immagine ciascuno
non lavori in studio
solo un'immagine
Questa ha una grande storia
ma non posso spiegarvela!
vorrei, ma proprio non posso
negli anni '80 avevo uno studio
a New York
e questa era la vista
dalla finestra
e in un periodo di 10 anni
ho scattato molte foto
a questo panorama
nonostante il clima
perché New York è un'isola
sull'atlantico
e ha un clima
sia tropicale che artico
e può essere dannatamente caldo
come terribilmente freddo
e scattai queste foto
e nel 2001
ho allestito una mostra
a Soho
intitolata
Guardando a Sud del panorama newyorkese
e ovviamente
in ogni foto c'erano le Torri Gemelle
e pochi giorni prima dell'11 settembre
ero a New York
e stavo preparando la mostra
ed ero in studio
e scattai una foto
non questa
non era molto interessante
il cielo era piatto
non era interessante
e mi dissi
torno la prossima settimana
saranno sempre lì
sai, quando pensi che
gli oggetti rimangono
dove sono sempre stati
e tre giorni dopo
questo
e ti insegna
ad apprezzare il momento
qualsiasi momento
della tua vita
perché non sai mai cosa
può succedere il giorno dopo
da vero newyorkese volevo fare qualcosa
non volevo fare solo panini
per i volontari
e salutarli quando entravano in Ground Zero
volevo aiutare davvero
ma non c'era nessun modo
d'essere d'aiuto
e un pomeriggio
quando ero vicino al perimetro
al World Trade Center
che era coperto da transenne
e teloni cerati
ero in mezzo ad altra gente
e alzai la mia Leica
e quando lo feci
una poliziotta
mi tocco la spalla
mi girai e mi disse
nessuna foto, amico
questa è una scena del crimine
come vero newyorkese
non prendi merda da un poliziotto
Non so come la pensate voi
sulle autorità
specialmente quando hanno una
piuma sul cappello
ma io dissi
di cosa sta parlando
questa è la strada
la scena del crimine è lì dentro
io sono un cittadino
e posso fare le foto
avvicinò il suo viso al mio
e mi disse
ti strappo la macchina dalle mani
il Sindaco Giuliani
ha detto
che non è permesso fotografare
Quando ho sentito questo
volevo baciarla
perché quando ha detto
non è permesso fare nessuna foto
ho avuto un'idea
avete presente un lampo di genio?
Se nessuna foto è permessa
allora significa niente storia
e questo NON può accadere
non si può tenere alla larga la storia
e ho pensato subito
che era quello che avrei fatto
sarei entrato in Ground Zero
in qualche modo
per creare un archivio
una foto che racconti la storia
del lavoro che c'è lì dentro
ma ovviamente il capitano mi disse
di no
e mi spinse via
e sapete cosa ho imparato?
puoi combattere
puoi far accadere qualcosa
e così feci io
ho fatto e sbrigato
finché ho trovato un posto
da cui entrare
e sono entrato in Ground Zero
e ci sono rimasto
per nove mesi
e c'era un gruppetto di
detective
detective newyorkesi
che mi proteggevano
ogni giorno
perché non credevano che
il Sindaco avesse il diritto
di cancellare la storia
e questi ragazzi
andarono contro la legge
e se la presero presonalmente
dicendo
"fanculo al Sindaco"
ti ci portiamo noi
cose come queste
accadono se
spingi abbastanza forte
perché ognuno di noi
quando le Autorità fanno repressione
dice
vado a casa
e farò la rivoluzione per conto mio
ma il fatto è che abbiamo
una voce
che sia qui o in America
abbiamo una voce
e dobbiamo farci sentire
se crediamo in quello che facciamo
l'economia in rottami in cui stiamo vivendo
dimenticatela
le grandi nazioni
le grandi nazioni
industriali
possono in grado di fare qualsiasi cosa
e sono umiliate dalla crisi economica
è già di per sé tragico
da vedere
così per nove mesi lavorai
a Ground Zero
e ho affrontato
ogni tipo di emozione
guardando i corpi di gente
che erano smembrati
o inceneriti
erano belle giornate ma io ero conscio che
stavo guardando un cimitero
con tremila persone
ma la giornata era bella
era un giorno più o meno come oggi
a fine ottobre
e ricordo che
ero fermo lì
e pensavo
devo scattare queste foto?
c'è gente morta
perché mi sento così bene
proprio ora
il sole mi scaldava la schiena
sentivo la luminosità del giorno
e pensai DEVO
devo scattare queste foto
perché è ciò che la natura
e il tempo
faranno per noi
la natura e il tempo
spingono gli eventi
i tragici eventi
ulteriormente lontano
ogni giorno
diventano sempre più piccoli
e quando uno lo capisce
diventa un omaggio alla natura
grazie per darci un giorno in cui
star meglio
un giorno per farci sentire bene
farci sentire ancora vivi
grazie
qui sotto
questo gruppetto di persone
i detective di New York
sono quelli che mi hanno
protetto
per 50 giorni
ogni giorno
si sono presi cura di me
e tenuto in gioco
e sono ancora in contatto con alcuni di loro
e tutti loro
si sono ammalati
ciascuno di loro
ha problemi pomonari
per aver respirato la polvere
cerco di raccontarvi una storia
oh, avete ancora tempo?
siamo in ritardo?
bene, ancora cinque minuti
noi eravamo sotto la torre sud
e qui nel centro
c'era uno spazio
dove si sono piegate i piloni
qui c'era una scala
dal World Trade Center
e in quel posto
hanno trovato
cinque corpi di pompieri
intatti
vestiti
le giacche
le bombole, tutto era intatto
e un uomo venne fuori
da quel posto
e disse
a tutti i presenti
che la scala era della torre nord
e noi eravamo nella torre sud
e tutti quegli uomini
tutti
tutti assieme, fecero "ooohh"
come se potessero vedere
la torre cadere
e questi cinque uomini
sulla scala
volare centinaia di metri
incontro alla morte
tutti questi pompieri
potevano immaginare
la fine della loro vita
e questa è stata un'esperienza incredibile
essere con questi uomini
quando hanno avuto
questa ondata di emozione
Questo mi ricordava molto l'Italia
come i Bagni di Caracalla
Qualcosa delle sue rovine
sapete
una delle cose che
le persone non sanno
di Ground Zero
è che c'erano centinaia di alberi
ai lati delle strade intorno alle torri
e di lampioni
fermate di autobus
e quando i palazzi crollarono
enormi travi di acciaio
caddero in strada come lame
in un frullatore
e tagliarono tutto ciò che c'era
pensiline
alberi
lampioni
cabine del telefono
tutto è stato falciato
e anche le persone
che stavano scappando
sono state spazzate via
dall'acciaio che cadeva dal cielo
e questo albero umiliato
mi ricorda che nello stesso istante
in cui stavo lavorando dentro Ground Zero
avevo ricevuto la richiesta
di un editore di fare un libro
sulla Toscana
e mi diedero un anticipo
di venticinque mila dollari
e li spesi anticipatamente su Ground Zero
per fare il mio lavoro
a un certo punto l'editore mi chiamò
e mi chiese
come procede il libro?
e gli dissi
non c'è
ho speso i soldi a Ground Zero
e lui disse
Joel
devi andare in Toscana
Così quando le cose si calmarono un po'
nel gennaio del 2002
andai alla chetichella
in Toscana
in Val d'Orcia e in val D'Arbia
sotto Siena
e lavori per due o tre settimane
e poi tornai
ad ogni stagione per tutto l'anno
ma la Toscana
mi diede
una nuova prospettiva
perché vivere a Ground Zero
ogni giorno
e pensare al terrorismo
che era una realtà per tutti noi
era facile dimenticare che
in alcuni posti nel mondo
tutte le tradizioni
i ritmi
sono ancora vivi
e venire in Toscana
e sentire il sistema
la cura della terra
mi diede un senso di benessere
che il mondo era ancora
un bel posto
ed era importante
fare un libro
che mostrasse
che questo era una qualità
che avevamo ancora tutti
nelle nostre vite
era l'antidoto
al terrore
alla tragedia
e al caos
e intendo davvero
da questo a quello
Tutte e due in pieno sole
ma al posto degli alberi
avevo queste cose
Loro usavano questi per portare fuori le macerie
c'erano 75 di questi
bulldozer
nello spazio di quattro quartieri di New York
probabilmente
4 ettari
75 di questi macchinari
e ogni volta che usciva un bulldozer
c'era un' esplosione
perché sotto il fuoco infuriava
ogni cosa che volava bruciava
sul fondo si era depositato
il carburante degli aerei che
faceva da combustibile
e l'area si ossigenava
e alimentava questi bastoni
queste cose le chiamano bastoni
Pam! Pam!
Nel momento in cui sono arrivati in fondo
Che era sette "storie" sotto il livello zero
per arrivare alla crosta terrestre
Portavano via queste macerie
e ogni giorno grattavano nelle macerie
in cerca di un osso, di un dente
qualsiasi cosa da cui si potesse
ricavare il DNA di qualcuno morto lì
ed era quasi un compito
incredibilmente tenero
quello di quegli uomini con i rastrelli
stavano proprio rastrellando il terreno
Quando tornai in Toscana
e vidi il terreno e sentii
questa comunione con esso
questa connessione con il terreno
e infatti questo lavoro
è ciò che io chiamo
fotografia muta
non c'è arte. E' solo sporco, gelido
..la brina (*in italiano)
sembra quasi buono
gelato (*in italiano)
fango gelato (*in italiano)
ma questo lavoro
tre o quattro anni dopo
da questo scaturì un nuovo lavoro
gli elementi: terra, fuoco, aria e acqua
nel quale ho prodotto foto come questa
nessun orizzonte, niente spazio: tutto piatto
non credo di averne qui
ma vi mostra una cosa che
anticipa ciò che viene dopo
Questo ragazzo è uscito di prigione
due giorni prima. Sing Sing.
e aveva un lavoro a Ground Zero
Siamo entrati in confidenza
e gli chiesi:
"sei appena uscito di prigione
come hai ottenuto un lavoro?"
MI rispose così:
Avevo degli amici di famiglia
sai cosa intendo dire...
mi hanno aiutato"
Era un ragazzo della magia
da Jersey
e loro gli hanno dato un lavoro
Come una compagnia di balletto
QUesto è un osso pelvico
hanno trovato l'osso
quando rastrellavano
E infine
Nel 2002, alla fine di maggio
Hanno pulito il sito
Questo è il giorno prima che venisse
chiuso il sito
e ancora alcuni uomini
a carponi su mani e ginocchia
stavano cercando gli
ultimi frammenti di esseri umani
che potessero essere identificati
c'era una sorta di tenera devozione
all'interno di Ground Zero
che non avevo mai riscontrato
in tutta la mia vita
Gente che passò 9 mesi
nella ricerca di sconosciuti
Per me questo è stata la migliore
qualità dell'idea americana
il senso dell'individuo che vale qualcosa
e persone che fanno di tutto
per aiutare
in questo caso identificare i deceduti
A me è sembrato qualcosa
di incredibilmente innato e buono
nella natura umana americana
non so se lo pensate anche voi
e questa è l'ultima foto
L'ultimo giorno, quando
hanno chiuso il sito
stavo facendo un giro
e c'era la rotaia di un treno
sotto Ground Zero
Che andava sotto il fiume Hudson
che portava i pendolari
avanti e indietro
dal New Jersy a New York
e camminando ho visto
dei ciuffi d'erba che crescevano
e ho pensato che per 35 anni
questi semi sono stati
nel buio di un tunnel
e ora la luce del sole
e la pioggia
e il tepore
quest'erba ha ricominciato a crescere
dopo 35 anni nel buio
e questo mi ha dato
una sorta di speranza
che le cose buone ci sono
e e lo spazio verrà ripulito
e verranno eretti nuovi palazzi
e ci sarà un parco
e monumenti al posto dei morti
e la vita andrà avanti
e forse le cose un giorno
andranno di nuovo bene
grazie
grazie a tutti