Chris Anderson: Questa è
un'intervista un po' diversa.
Si dice che un'immagine
vale più di mille parole,
allora ho chiesto a Bill e Melinda
di scegliere dal loro archivio
alcune immagini che potrebbero aiutarci
a capire in parte quello che fanno
e a fare qualcosa in quella direzione.
Quindi, cominciamo da qui.
Melinda, dove e quando
è stata scattata questa foto,
e chi è quel bell'uomo accanto a te?
Melinda Gates: Con quei begli occhiali.
Eravamo in Africa,
il nostro primo viaggio,
la prima volta per entrambi in Africa,
nell'autunno del 1993.
Eravamo già fidanzati ufficialmente.
Ci siamo sposati pochi mesi dopo,
e questo è stato il viaggio
in cui siamo andati a vedere
gli animali e la savana.
È stato incredibile.
Bill non aveva mai preso
tanto tempo libero dal lavoro.
Ma ciò che ci ha colpito di più
sono state le persone,
e la povertà estrema.
Abbiamo iniziato a farci domande.
Deve davvero essere così?
E alla fine del viaggio,
siamo andati a Zanzibar,
e abbiamo fatto
una passeggiata sulla spiaggia,
una cosa che facevamo spesso
quando eravamo fidanzati.
In quel periodo parlavamo già
di come la ricchezza
che derivava da Microsoft
sarebbe dovuta essere messa
a servizio della società,
ma è stato proprio durante
quella passeggiata sulla spiaggia
che abbiamo iniziato a parlare
di cosa avremmo dovuto fare e come.
CA: Quindi, questa vacanza
ha portato alla creazione
della fondazione privata
più grande al mondo,
sono piuttosto costose
queste vacanze. (Risate)
MG: Credo proprio di sì.
Ci siamo divertiti.
CA: Chi di voi è stato
l'istigatore in questo caso,
o siete stati entrambi?
Bill Gates: Beh, penso
che eravamo entusiasti
che ci sarebbe stata
una fase della nostra vita
in cui avremmo lavorato insieme
e capito come restituire questo denaro.
A questo punto, parlavamo dei più poveri,
si può avere un grande impatto
su di loro?
Cosa si poteva fare che ancora
non era stato fatto?
C'erano molte cose che non sapevamo.
Tornando indietro,
la nostra ingenuità
era piuttosto incredibile,
Ma avevamo un certo entusiasmo
che la fase,
la fase post-Microsoft
sarebbe stata
la nostra unione filantropica.
MG: Bill ha sempre pensato
che tale fase sarebbe arrivata
dopo i suoi 60 anni,
di fatto non ha ancora raggiunto i 60,
quindi qualcosa è cambiato
durante il percorso.
CA: Quindi è iniziato in quel momento,
ma ha avuto un'accelerazione.
Questo era nel 1993,
ma è stato nel 1997
che la fondazione è nata realmente.
MA: Sì, nel '97, abbiamo letto un articolo
sulla grande quantità di bambini
uccisi dalla diarrea in tutto il mondo
e ci siamo detti,
"Beh non può essere così.
Negli Stati Uniti
basta andare in farmacia".
E così abbiamo iniziato
a mettere insieme scienziati
e a studiare le popolazioni,
a conoscere i vaccini,
ad apprendere ciò aveva funzionato
e ciò che aveva fallito,
ed è stato il momento
in cui abbiamo cominciato,
era la fine del 1998, 1999.
CA: Quindi, avevate
un bel gruzzolo di denaro
e un mondo pieno di così tanti problemi.
Come avete deciso su cosa puntare?
BG: Beh, abbiamo scelto due cause,
qualunque fosse la più grande
diseguaglianza globale,
e abbiamo puntato
sui bambini che morivano,
che erano così denutriti da non crescere,
e sui paesi che erano a terra,
a causa dell'elevata mortalità.
e i genitori avevano così tanti figli
da portare ad un'elevata
crescita della popolazione,
e i bambini erano così malati
da non poter ricevere un'istruzione
e progredire.
Questo era il nostro problema globale,
e all'epoca negli Stati Uniti
noi avevamo ricevuto
una magnifica istruzione,
e vedevamo che quello era
il modo in cui gli Stati Uniti
potevano mantenere la propria promessa
di pari opportunità,
grazie al loro straordinario
sistema educativo,
e più studiavamo,
più comprendevamo
che non stavamo realizzando
quella promessa.
Perciò abbiamo scelto queste due cause,
e tutto ciò che la fondazione fa
è incentrato su quelle.
CA: Vi ho chiesto di scegliere un'immagine
che vi piace
che illustra il vostro lavoro,
e tu, Melinda, hai scelto questa.
Di cosa si tratta?
MG: Una delle cose che mi piace fare
quando viaggio
è andare nelle zone rurali
e parlare con le donne,
in Bangladesh come in India,
o in molti paesi africani,
e ci vado come donna occidentale
senza un nome.
Non dico chi sono. Solo una donna
in pantaloni cachi.
E continuavo a sentir dire le donne,
ovunque andassi,
"Voglio poter prendere questo vaccino."
Stavo lì con loro
a parlare di vaccini pediatrici,
e loro portavano la conversazione
sulla domanda,
"E che mi dici del vaccino che prendo io?"
un'iniezione chiamata Depo-Provera,
che è un contraccettivo.
E poi tornavo a casa e parlavo
con gli esperti di salute,
e mi dicevano, "Oh no, i contraccettivi
vengono forniti ai paesi
in via di sviluppo".
Beh, occorre andare a fondo dei documenti,
ed è quello che abbiamo fatto,
scoprendo che la cosa più importante
che le donne in Africa
mi dicevano voler usare,
era fuori stock
più di 200 giorni all'anno.
Dovevano camminare per 10 chilometri,
senza che i loro mariti lo sapessero,
e arrivate alla clinica, non c'era niente.
I preservativi venivano riforniti in Africa
grazie al lavoro che gli Stati Uniti
e altri sostenitori
facevano contro l'AIDS.
Ma le donne continuavano a dirmi,
"Non riesco a far usare il preservativo
a mio marito.
Gli spiego che o io o lui
potremmo avere l'AIDS,
e che il preservativo è necessario,
così possiamo distanziare le nascite
e io posso nutrire i miei bambini
e avere la possibilità di istruirli."
CA: Melinda, tu sei cattolica,
e spesso sei stata coinvolta
in controversie su questo tema,
e anche sulla questione dell'aborto,
su entrambi i fronti.
Come affronti tutto ciò?
MG: Sì, credo sia
una questione importante,
ci siamo tirati indietro
sull'uso dei contraccettivi
come comunità globale.
Sapevamo che 210 milioni di donne
chiedevano di poter usare i contraccettivi,
anche quelli che abbiamo
qui negli Stati Uniti,
e non glieli stavamo fornendo
a causa della controversia politica
nel nostro paese,
e per era semplicemente un crimine,
e ho continuato a guardarmi in giro
in cerca della persona
che avrebbe riportato il problema
sul palco mondiale
e alla fine ho capito
che dovevo farlo io.
E anche se sono cattolica,
appoggio l'uso dei contraccettivi,
come la maggior parte
delle donne cattoliche negli Stati Uniti,
che affermano di usare i contraccettivi,
e non dovrei lasciare che tale controversia
ci freni.
Negli Stati Uniti c'era consenso
sui contraccettivi,
così siamo tornati sul problema
del consenso globale,
e abbiamo raggiunto
i 2,6 miliardi di dollari
a favore della contraccezione
per le donne.
(Applausi)
CA: Bill, questo grafico, cosa illustra?
BG: Beh, sul mio grafico
ci sono dei numeri.
(Risate)
Mi piace molto questo grafico.
Questo è il numero di bambini
che muore
prima di aver compiuto 5 anni.
E dimostra una storia
di grande successo
che è poco nota,
stiamo davvero facendo
incredibili progressi.
Siamo passati dai 20 milioni
poco dopo la mia nascita
ai circa 6 milioni attuali.
Quindi è una storia
soprattutto di vaccini.
Il vaiolo uccideva due milioni di bambini
ogni anno.
L'abbiamo debellato, ora è pari a zero.
Il morbillo uccideva un paio di milioni
di bambini all'anno.
Ora ne causa poche migliaia.
Comunque, questo è un grafico
dove vogliamo che quel numero
diminuisca ancora,
ed è possibile,
grazie alla scienza dei nuovi vaccini,
somministrare questi vaccini ai bambini.
Possiamo accelerare questo processo.
Negli ultimi dieci anni
quella cifra è diminuita più rapidamente
che in tutta la storia,
e mi piace il fatto che
se possiamo inventare i vaccini,
possiamo portarli anche lì,
usare gli ultimi ritrovati della scienza,
e far sì che arrivino dove servono,
per realizzare un miracolo.
CA: Capisco, hai fatto bene i conti
e il risultato penso sia, letteralmente,
migliaia di bambini salvati ogni giorno
rispetto all'anno precedente.
Non se ne parla.
Un incidente aereo con più di 200 morti
è una notizia ben più appariscente.
Non ti fa arrabbiare?
BG: Sì, perché è qualcosa
di silenzioso che va avanti.
Si tratta di un bambino,
un bambino alla volta.
Il 98 per cento di questi decessi
non dipende da calamità naturali,
e quando si tratta di calamità naturali
la gente sa essere
incredibilmente generosa.
È incredibile come la gente pensa,
che potrebbe capitare anche a loro,
e il denaro scorre.
Queste cause sono rimaste
un po' invisibili.
Ora che i Obiettivi
di sviluppo del Millennio
e tante altre azioni
stanno diventando visibili,
assistiamo a un incremento
delle donazioni,
e l'obiettivo è di portare
questo grafico sotto il milione,
il che dovrebbe essere possibile
nell'arco della nostra vita.
CA: Forse ci voleva qualcuno
che si fa prendere da grafici e numeri,
invece che da una grande faccia triste
per farsi coinvolgere.
Voglio dire, l'avete usata
nella vostra lettera quest'anno,
avete usato questo argomento
per affermare che,
contrariamente alla convinzione generale
che gli aiuti sono inutili
e non ne vale la pena,
questo è stato efficace.
BG: Sì, molte persone ritengono
che ci siano delle iniziative
ben intenzionate
ma che poi non funzionano.
Alcuni investimenti
di capitali di rischio
erano ben diretti,
ma non hanno funzionato.
Non si dovrebbe però
arrivare a credere che,
siccome non è stato
un percorso privo di intoppi,
allora è una iniziativa sbagliata.
Si dovrebbe guardare all'obiettivo,
come si sta cercando
di migliorare la nutrizione,
la sopravvivenza e l'alfabetizzazione,
così che questi paesi
possano farcela da soli,
e dire, beh, sta andando bene,
ed essere più propositivi.
Possiamo utilizzare gli aiuti
in maniera più intelligente.
Non è la panacea per tutto.
Possiamo fare meglio
del capitale di rischio, credo,
come nel caso di questi grandi numeri.
CA: La saggezza tradizionale insegna
che è piuttosto difficile
per le coppie sposate lavorare insieme.
Come ci siete riusciti?
MG: Sì, molte donne me lo hanno detto,
"Non credo che lavorerei con mio marito.
Non funzionerebbe."
Sai, ci piace, e non...
questa fondazione è stata
un avvento per entrambi,
con il suo percorso di apprendimento,
e in realtà non viaggiamo insieme
per la fondazione tanto quanto
accadeva quando Bill
lavorava alla Microsoft.
Facciamo più viaggi separatamente,
ma so sempre, quando torno a casa,
che Bill sarà interessato
a quello che ho imparato,
che si tratti di donne, o ragazze
o di qualcosa di nuovo sulla catena
di distribuzione dei vaccini,
o di quella certa persona
che è un grande leader.
Mi ascolta ed è veramente interessato.
A sua volta, sa che,
quando torna a casa,
che si tratti del discorso che ha tenuto
o dei dati o di cosa ha imparato,
io sono davvero interessata,
e credo che abbiamo davvero
una relazione collaborativa.
Ma non stiamo sempre insieme,
questo è certo.
(Risate)
CA: Ma ora lo siete,
e siamo felici che sia così.
Melinda, tu sei stata la prima
a condurre l'iniziativa.
Sei anni fa, credo,
Bill è entrato a farne parte full time,
lasciando Microsoft
e dedicandosi al progetto a tempo pieno.
Deve essere stato duro
adattarsi a tale cambiamento, no?
MG: Certo, credo però
che l'arrivo di Bill abbia creato
maggiori difficoltà agli impiegati
della fondazione
che non a me.
Io ero davvero emozionata.
Bill ha preso questa decisione
ancora prima di quando
venne annunciata nel 2006,
ed è stata davvero sua la decisione,
eravamo in vacanza al mare
e stavamo camminando sulla sabbia
e lui iniziò a ponderare l'idea.
E per me fu meraviglioso vedere Bill
dedicarsi anima e corpo
a questi problemi globali enormi,
a queste ingiustizie e disequilibri.
Certo, gli impiegati della fondazione
erano preoccupati a riguardo.
(Applausi)
CA: Fantastico.
MG: Ma tutto è scomparso
nel giro di tre mesi,
una volta che Bill era con noi.
BG: Compreso qualche impiegato.
MG: Certo, è quello che volevo dire,
che la tensione se ne è andata
dopo che tu sei arrivato.
BG: No, sto scherzando.
MG: Intendevi, gli impiegati non sono scomparsi.
BG: Alcuni se ne sono andati, ma...
(Risate)
CA: Allora, di cosa discutete?
Domenica mattina ore 11,
tu sei via dal lavoro,
che succede? Di cosa si parla?
BG: Siccome abbiamo costruito
questa cosa
insieme fin dall'inizio,
c'è una grande collaborazione.
La stessa che avevo con Paul Allen
agli esordi della Microsoft.
La stessa che avevo con Steve Ballmer
quando Microsoft si è ampliata,
e ora con Melinda è persino più forte,
e come partner in questa realtà
parliamo moltissimo
degli aspetti a cui dare
maggiore attenzione,
quali gruppi stanno lavorando bene...
Lei è una grande osservatrice.
Passa molto tempo con gli impiegati.
Prendiamo parte ai diversi viaggi
che ci ha raccontato.
Quindi c'è parecchia collaborazione.
Non riesco a ricordare
momenti in cui uno di noi
avesse un'opinione eccessivamente forte
riguardo qualcosa.
CA: E a te, Melinda?
Ti viene in mente niente?
Non si sa mai.
MG: Beh, il punto è questo:
valutiamo le cose da angolazioni diverse,
e a dire il vero credo sia un'ottima cosa.
In questo modo Bill può guardare
al quadro generale
e dire "Voglio agire basandomi
su queste statistiche globali."
Quanto a me, il mio approccio è intuitivo.
Incontro un sacco di persone sul campo
e Bill mi ha insegnato
a prendere ciò che dicono
e risalire fino ai dati globali
per controllare se corrispondono,
e ciò che credo di avergli insegnato io
è prendere quei dati
e confrontarsi con la gente
sul territorio per comprendere
se si può effettivamente
distribuire quel vaccino?
Si può convincere una donna
a versare due gocce di polio
nella bocca del suo bambino?
Perché il momento della somministrazione
è importante tanto quanto
quello scientifico.
Quindi penso sia stato più
un avvicinarsi col tempo
l'uno al punto di vista dell'altro,
e francamente l'attività ne ha giovato.
CA: Dunque, con i vaccini,
la polio e così via
avete avuto dei successi sbalorditivi.
Ma gli insuccessi?
Potete parlarci di un insuccesso
e magari dell'insegnamento
che ne avete tratto?
BG: Certo. Fortunatamente
possiamo permetterci qualche insuccesso
perché di certo ne abbiamo avuti.
Lavoriamo così tanto
ai farmaci o ai vaccini
che si sa ci saranno diversi insuccessi.
Per esempio, possiamo dire,
uno che è stato parecchio pubblicizzato
è stato la richiesta
di un preservativo migliore.
Beh, abbiamo avuto centinaia di idee.
Magari qualcuna funzionerà.
Siamo stati così ingenui,
di certo lo sono stato io, su un farmaco
contro una malattia in India,
la leishmaniosi viscerale,
che credevo avremmo spazzato via
una volta messe le mani sul farmaco.
Beh, è venuto fuori
che serviva un'iniezione al giorno
per 10 giorni.
Per ottenerlo ci sono voluti tre anni
in più di quanto ci aspettassimo,
ed anche allora non c'era alcun modo
di farlo arrivare laggiù.
Per fortuna abbiamo scoperto
che cominciare a uccidere
le mosche della sabbia
era la strada per il successo,
ma abbiamo speso cinque anni,
potremmo dire buttato cinque anni,
e circa 60 milioni di dollari,
su un sentiero che si è rivelato
assai modesto in termini di benefici
quando è giunto al termine.
CA: Investite, più o meno,
un miliardo di dollari all'anno
nell'istruzione, credo,
o qualcosa del genere.
La storia di ciò che è successo
in quell'ambito
è piuttosto lunga e complessa.
C'è qualche insuccesso
del quale potete raccontarci?
MG: Beh, direi che un'enorme lezione
appresa agli inizi è che credevamo
che quelle piccole scuole
fossero la risposta,
e le scuole piccole di certo aiutano.
Riducono il tasso di abbandoni.
Ci sono meno violenza e crimini
in quelle scuole.
Ma ciò che abbiamo imparato
da quell'attività,
e che si è poi rivelato
la chiave fondamentale,
è che serve un grande insegnante in aula.
Se la classe non ha
un insegnante efficace,
non importa quanto grande
o piccolo sia l'edificio,
non riuscirai a determinare il percorso
di quello studente
per prepararlo al college.
(Applausi)
CA: Allora Melinda, queste siete tu e
tua figlia maggiore, Jenn.
È stata scattata circa
tre settimane fa, credo,
tre o quattro settimane fa.
Dove eravate?
MG: Siamo andati in Tanzania.
Jenn è stata in Tanzania.
I nostri ragazzi sono tutti stati
in Africa un bel po', in effetti.
E abbiamo fatto qualcosa
di molto diverso,
ovvero, abbiamo deciso di passare
due notti e tre giorni con una famiglia.
Anna e Sanare sono i genitori.
Ci hanno invitato a soggiornare
nel loro boma.
Prima che arrivassimo,
credo tenessero le capre,
in quella particolare capanna
nel loro piccolo agglomerato.
Siamo rimasti con la loro famiglia,
e abbiamo davvero, davvero imparato
come sia vivere nella Tanzania rurale.
E la differenza fra l'andare semplicemente
in visita per mezza giornata
o tre quarti
e il passarci la notte è stata profonda,
e allora lasciate che vi spieghi perché.
Avevano sei bambini, e mentre
parlavo con Anna in cucina,
quel giorno abbiamo cucinato
per circa cinque ore
nella capanna che faceva da cucina,
parlavamo, e lei e suo marito
avevano già pianificato categoricamente
le nascite dei loro bambini
e le avevano ripartite nel tempo.
Si amavano davvero.
Erano un guerriero Masaai e sua moglie,
ma avevano deciso di sposarsi,
avevano chiaramente
una relazione di rispetto e amore.
I bambini, i loro sei bambini,
il terzo e il quarto
erano gemelli, tredici anni,
un ragazzo, ed una ragazza
di nome Grace.
E quando uscivamo a tagliare la legna
e a fare tutte quelle cose
che facevano Grace e sua madre,
Grace non era una bimba,
era un'adolescente,
ma non ancora un'adulta.
Era molto, molto timida.
Lei desiderava parlare con me e Jenn
e noi tentavamo continuamente
di coinvolgerla, ma era timida.
E ciononostante, di notte,
quando le luci della Tanzania rurale
si sono spente,
non c'era luna quella notte,
la prima notte, e nessuna stella,
e Jenn è uscita dalla nostra capanna
con in testa la sua piccola
torcia frontale accesa,
Grace è andata immediatamente
a prendere il traduttore,
è venuta dritta dalla mia Jenn
e ha detto,
"Quando tornerai a casa,
mi darai la tua torcia
così potrò studiare la notte?"
CA: Oh, wow.
MG: E suo padre mi aveva parlato
di quanto lo preoccupava che lei,
al contrario del figlio,
che aveva concluso gli studi
di secondo grado,
a causa delle faccende da sbrigare
non aveva ottenuto gli stessi risultati
e non frequentava ancora
la scuola statale.
Diceva, "Non so come farò
a pagare la sua istruzione.
Non posso permettermi
una scuola privata,
e rischia di restare in questa fattoria
come mia moglie."
Quindi sono enormemente
e profondamente consapevoli
della differenza
che può fare l'educazione.
CA: Ecco, questa è un'altra immagine
dei tuoi altri due figli, Rory e Phoebe,
insieme a Paul Farmer.
Crescere tre bambini
quando si è la famiglia
più ricca del mondo
assomiglia ad un esperimento sociale
senza molti precedenti.
Come vi siete mossi?
Qual è stato il vostro approccio?
BG: Beh, direi che tutto sommato
i ragazzi ricevono
un'educazione eccellente,
ma devi assicurarti
che prendano coscienza
delle proprie capacità
e di ciò che hanno intenzione di fare,
e la nostra filosofia è stata
essere molto chiari con loro --
la maggior parte dei soldi
andrà alla fondazione --
ed aiutarli a trovare
qualcosa che li stimoli.
Vogliamo raggiungere
un equilibrio in cui abbiano
la libertà di fare qualsiasi cosa
senza sommergerli di denaro
e permettere loro di non fare nulla.
E finora sono stati piuttosto diligenti,
felici di potersi scegliere
la propria direzione.
CA: Per ovvie ragioni avete difeso
diligentemente la loro privacy.
Sarei curioso di sapere perché
mi abbiate dato il permesso
di mostrare ora questa foto qui a TED.
MG: Beh, credo sia importante.
In questo modo impareranno crescendo
che la nostra famiglia
crede nella responsabilità,
che ci troviamo
in una situazione incredibile
semplicemente perché
viviamo negli Stati Uniti
e possediamo una grande istruzione,
e abbiamo il dovere
di restituire qualcosa al mondo.
Così mentre crescono
e noi li educhiamo --
sono stati in così tanti paesi
in giro per il mondo -
dicono,
vogliamo che le persone
sappiano che noi crediamo
in ciò che fate, mamma e papà,
e ci va bene essere coinvolti.
Così abbiamo il loro permesso
di mostrare questa foto,
e credo che probabilmente
Paul Farmer prima o poi
la userà in qualcuno dei suoi lavori.
Ma tengono profondamente
anche all'obiettivo della fondazione.
CA: Avete senza dubbio soldi a sufficienza
nonostante il vostro enorme contributo
alla fondazione
per renderli tutti miliardari.
È quello che avete in mente per loro?
BG: No. Assolutamente.
Non avranno nulla del genere.
Devono sviluppare la consapevolezza
che il loro lavoro
è importante e significativo.
Abbiamo letto un articolo, in verità
molto tempo prima di sposarci,
nel quale Warren Buffett
trattava l'argomento,
e siamo piuttosto convinti
che non sarebbe un favore
né alla società, né ai ragazzi.
CA: Bene, parlando di Warren Buffett,
è successo qualcosa
di davvero stupefacente nel 2006,
quando in qualche modo
il tuo unico vero rivale
per il titolo di persona
più ricca d'America
ha invertito la rotta
e ha accettato di donare
l'80 per cento della sua fortuna
alla vostra fondazione.
Come diavolo è successo?
Suppongo ci siano
una versione lunga ed una breve.
Abbiamo tempo sufficiente
per quella breve.
BG: Molto bene.
Beh, Warren era un amico stretto,
e aveva deciso di lasciare
che sua moglie Suzie
donasse tutto.
Tragicamente, è scomparsa prima di lui,
e lui è un gran delegatore, e
- (Risate) -
ha detto -
CA: Twittatelo.
BG: Se ha qualcuno
che fa bene qualcosa,
ed è disposto a farlo gratis,
allora magari va bene.
Ma eravamo sbalorditi.
MG: Totalmente sbalorditi.
BG: Non ce lo aspettavamo,
ed è stato incredibile.
Ha alimentato drammaticamente
le nostre aspettative
nelle capacità della fondazione.
La metà delle risorse che abbiamo
vengono dalla strabiliante
generosità di Warren.
CA: E mi pare abbiate promesso
che alla fine
il 95 per cento o più
della vostra ricchezza
sarà donato alla fondazione.
BG: Sì.
CA: E da questo rapporto -
sì, è impressionante -
(Applausi)
E recentemente voi e Warren
siete andati in giro
cercando di persuadere
altri miliardari e persone di successo
ad impegnarsi a dar via più o meno
più della metà
dei loro beni in filantropia.
Come sta andando?
BG: Beh, abbiamo circa 120 persone
che hanno preso l'impegno di donare.
La cosa eccezionale è che ci riuniamo
annualmente e decidiamo,
se assumere staff, e cosa dare loro.
Non stiamo tentando
di omogeneizzare tutto.
Intendo dire,
la bellezza della filantropia
è la sua strabiliante diversità.
Le persone scelgono a chi donare.
Noi stiamo a guardare e diciamo, "Wow."
Ma è grandioso.
È quello il ruolo della filantropia,
è scegliere approcci diversi
anche in uno stesso ambito,
come l'istruzione.
Abbiamo bisogno di più sperimentazione.
Ma è stato meraviglioso
incontrare quelle persone,
condividere il loro viaggio
verso la filantropia,
come coinvolgono i loro ragazzi,
in cosa agiscono diversamente,
ed è tutto riuscito meglio
di quanto ci aspettassimo.
Ora sembra che continueremo
ad allargarci
negli anni a venire.
MG: E far vedere alla gente
che altra gente
sta cambiando le cose
attraverso la filantropia,
voglio dire,
queste sono persone
che hanno creato i propri business,
e investito la loro ingenuità
in idee incredibili.
Se dedicano le loro idee
e il loro cervello
alla filantropia,
possono cambiare il mondo.
E cominciano a vedere altri
che lo fanno, e a dire,
"Wow, voglio farlo anch'io
con il mio denaro."
Per me è quella la parte incredibile.
CA: A me sembra sia davvero molto duro
per alcune persone capire
anche solo lontanamente
come spendere tutti quei soldi
in qualcos'altro.
C'è probabilmente
qualche miliardario in sala,
e di certo qualche persona di successo.
Sono curioso, potete fare un appello?
Qual è l'appello?
BG: Beh, è la cosa più appagante
che abbiamo mai fatto,
e nulla ci appartiene,
se non va bene per i figli,
riuniamoci e scambiamoci idee
su cosa si potrebbe fare.
Il mondo è un posto assai migliore
grazie ai filantropi del passato,
e qui la tradizione americana,
che è la più forte,
è l'invidia del mondo.
E parte della ragione
per la quale sono così ottimista
è che credo la filantropia
sia destinata a crescere,
occuparsi di alcune di quelle cose
su cui il governo è incapace
di lavorare e fare ricerca,
e far luce nella direzione giusta.
CA: Il mondo presenta
questa terribile diseguaglianza,
un crescente problema di diseguaglianza
che sembra strutturale.
Ho l'impressione
che se più dei vostri pari
prendessero la vostra stessa direzione,
ciò avrebbe un impatto
sia in quel problema che
nella percezione di quel problema.
È un commento legittimo?
BG: Ma certo.
Se prendi dai più facoltosi
e dai ai meno agiati, va bene.
Si cerca di bilanciare, ed è giusto.
MG: Ma i sistemi si cambiano.
Negli Stati Uniti, stiamo cercando
di cambiare il sistema educativo
così che sia equo per tutti
e funzioni per ogni studente.
Questo, per me, altera davvero
il bilancio d'ineguaglianza.
BG: Ed è la cosa più importante.
(Applausi)
CA: Credo davvero che molti qui presenti
e parecchi milioni di altri
in tutto il mondo
siano semplicemente incantati
dalla traiettoria
che hanno preso le vostre vite
e dalla spettacolarità
del livello al quale
avete plasmato il futuro.
Grazie mille
per essere intervenuti a TED,
per tutto ciò che fate
e per averlo condiviso con noi.
BG: Grazie.
MG: Grazie.
(Applausi)
BG: Grazie.
MG: Grazie davvero.
BG: Molto bene, buon lavoro.
(Applausi)