Buonasera.
Voglio parlarvi
del vostro consumo di droga.
Beh, non solo del vostro.
Il vostro, il mio, quello di tutti.
È un argomento scomodo negli USA
dove abbiamo idee molto specifiche
riguardo alle droghe,
ma bisogna che ne parliamo
perché ciò che pensiamo delle droghe
è completamente avulso
dal nostro comportamento.
Non ha nulla a che vedere
con il nostro consumo.
Facciamo un esperimento concettuale:
chiudete gli occhi
e immaginate un consumatore di droga.
Bene, tenete quell'immagine
bene a mente.
Ci ritorneremo.
Quindi, cominciamo dal principio.
Per più di 40 anni gli USA hanno condotto
una devastante lotta alle droghe.
Nel corso dello stesso periodo
abbiamo vissuto
un boom senza precedenti
dell'industria farmaceutica.
Il risultato di questi due fenomeni
è che abbiamo incarcerato
milioni di consumatori di droga
diventando il popolo
con il più alto consumo di farmaci
nella storia americana.
Come siamo arrivati
a questa situazione conflittuale
circa il consumo di droga?
Siamo sicuri che sia questa
la nostra posizione?
Diciamo che, per ipotesi,
la risposta sia:
"No, non è questa la nostra posizione."
La verità è che il nostro comportamento
e il nostro approccio verso le droghe,
possono cambiare solo se cambia
il nostro modo di pensare
e il desiderio di usare le droghe.
Vorrei definire cosa intendo
con la parola "droghe"
perché sono sicura che
il vostro cervello è già in azione.
Quando parlo di droghe,
intendo sostanze stupefacenti.
Sono sostanze che alterano
il nostro pensiero,
le nostre emozioni
e il nostro comportamento.
La categoria comprende
anfetamine, cocaina,
allucinogeni, marijuana,
oppiacei, alcol, caffeina,
nicotina e sostanze psicoterapeutiche
come antidepressivi e stimolanti.
Raramente pensiamo a queste droghe
mettendole nella stessa categoria.
Tendiamo invece a dividerle
in due gruppi.
Pensiamo alle droghe buone
e a quelle cattive,
oppure a quelle illegali
e a quelle legali.
La storica della cultura, Nancy Campbell,
dice che tendiamo a considerale
come droghe che risolvono i problemi
e droghe che causano problemi.
Sapete cosa intendo.
(Risate)
Sono categorie e atteggiamenti
socialmente determinati.
Non ci dicono molto
sugli effetti di queste droghe,
ma ci dicono molto
circa il nostro pensiero sull'argomento.
Quali sarebbero le droghe buone
e quali quelle cattive?
Beh, cominciamo con le droghe buone.
Ci diciamo che le droghe buone
sono quelle che risolvono i problemi,
necessarie per la salute
o piacevolmente innocue.
(Risate)
Sono disponibili in due modi:
o sono liberamente
accessibili a tutti,
come la caffeina del mattino
o la birra della cena,
oppure sono procurabili
tramite una prescrizione,
un permesso del medico.
Si chiede al medico,
succede molto spesso.
È una cosa comune.
A quanto pare anche il solo uso
di quella minima parte di droghe buone,
alle quali
la American Psychological Association
fa riferimento come droghe
psicoterapeutiche,
sia aumentato del 22%
nell'ultimo decennio.
Questo significa che una persona su cinque
assume almeno una di queste sostanze.
Sono 51 milioni di persone
in tutto il paese.
Altri 7 milioni le usano
senza il permesso del medico.
Pensate a un'altra droga buona: l'alcol.
Cento anni fa
era una sostanza controversa.
Ma la mentalità è cambiata
e guardiamo a quel periodo
di proibizionismo
come un tentativo maldestro
di controllare il desiderio di bere
di milioni di americani.
In realtà, celebriamo il consumo di alcol.
lo serviamo nei momenti conviviali
lo regaliamo ai familiari
e a completi estarnei,
e ce lo aspettiamo
a quasi tutti i pasti.
In altre parole,
l'alcol è una droga psicoattiva
il cui consumo è diventato normativo
per gran parte degli americani.
È una droga buona.
Le droghe cattive...
Beh, le storie che ci raccontiamo
sulle droghe cattive
è che provocano problemi.
Sono illegali, pericolose
e provocano dipendenza.
Non sono per uso medico.
Le usiamo per evitare la realtà
e per sfuggire alle responsabilità.
Sono un biglietto di sola andata
per l'autodistruzione.
I media sono pieni di storie dell'orrore
su chi consuma droghe cattive.
Vi ricordate dell'uovo fritto? (Ride)
Da allora abbiamo avuto bambini tossici,
metanfetamine e cocaina-dipendenti,
eroinomani.
I loro volti devastati sono entrati
in tutti gli annunci
del servizio pubblico,
a Hollywood e nei programmi tv
per decenni.
Sappiamo cosa succede alle persone
che fanno uso di droghe cattive.
Oppure no?
Quando parlo di droghe e desiderio,
le persone giungono a due conclusioni:
presumono che stia parlando
di sostanze illecite
e pensano che
se si desidera una sostanza
non sia possibile controllare
l'uso di quella sostanza.
Per la maggior parte dei consumatori
di sostanze stupefacenti
negli Stati Uniti,
questo sembra essere falso.
L'Istituto Nazionale della Sanità
fa un'analisi annuale
sull'uso di droga e alcol.
E in quell'analisi, che riguarda
solo i consumatori di droghe illecite,
si osserva che 22.5 milioni di consumatori
ne fanno uso regolare,
e di questi, una media del 18%
è dipendente dalla sostanza che utilizza,
perché c'è un'intera categoria
di sostanze illecite.
Dico che il 18.5% è una media
perché spazia dal 10% al 30%
a seconda della specifica droga.
Dei 131 milioni di consumatori di alcol,
l'11% ne diventa dipendente.
Mmm...
La dipendenza è un problema serio
contro il quale lottano molti americani.
È anche una seria preoccupazione sociale
perché una quota tra il 15% e il 30%
dei consumatori di droghe psicoattive
diventa dipendente.
L'eccezione è la nicotina:
80% dei consumatori di nicotina
ne diventano dipendenti.
Ma credo sia importante
capire due cose.
La prima è:
quando ne parlo
spesso le persone reagiscono subito
e il motivo è che probabilmente
conoscono qualcuno
che lotta contro la dipendenza.
Io ne conosco
e ho compassione per quella sofferenza.
D'altro canto,
è importante rendersi conto
che se il 15-30% dei consumatori
di sostanze stupefacenti
diventa dipendente
significa che il 70-85% non lo diventa.
Significa , cioè, che il 70-85%
dei consumatori di droghe psicoattive
è composto da consumatori controllati.
È difficile da credere perché
non se ne sente mai parlare.
Si tende invece a concentrarci
su chi diventa dipendente,
vale a dire una piccola parte
di una piccola parte.
Come mi disse un ricercatore
che studiava le dipendenze chimiche
- si chiama Robert Whitney -
mi disse che (la dipendenza)
è come l'influenza,
il virus è ovunque
ma non tutti lo prendono.
Quindi tra le persone che si astengono
e i tossicodipendenti
ci sono tutti gli altri consumatori.
E cosa consumano?
Beh,
tra le droghe psicoattive
che potremmo usare
e di cui sentiamo più spesso parlare,
ci sono quelle illegali.
Meno del 9% dei consumatori
di droghe psicoattive
usano queste sostanze illegali.
Un altro 15,7% usa farmaci,
non a scopo medico,
ma ricreativo o adattandole
ad altri scopi.
Ne parleremo tra un minuto.
Un altro 20% fa uso di farmaci
come prescritto.
E poi c'è la maggioranza
dei consumatori,
più de 50% consuma alcol
e più del 68% nicotina.
La cosa degna di nota
è che la maggior parte di queste droghe
è socialmente approvata.
E in effetti, la gran parte
dei consumatori di queste droghe
ne fa un uso controllato.
Mi chiedo, dunque:
è possibile che milioni di consumatori
di droga controllati e felici si sbaglino?
(Risate)
Siamo tutti consumatori.
Che corriate 11 km per caricarvi
e per combattere lo stress.
Che vi fumiate una canna
prima di andare al cinema con un amico.
Che beviate quella bottiglia,
o bottiglie, di vino con la famiglia.
O che mangiate una manciata di funghi
per fare un'escursione.
O magari avete solo bisogno
di quella prima, seconda, o quinta
tazza di caffè al mattino.
Siamo tutti consumatori
e il nostro comportamento
rivela come vogliamo vivere.
Voglio parlare di una sostanza
e di tre tipi di consumatori
per cercare di illustrare
di cosa sto parlando.
Gli psicostimolanti sono diventati
una droga sempre più prescitta
nel corso dell'ultimo decennio.
Sono tipicamente prescritti
per disturbi psicologici,
o alle persone affette, ad esempio,
da un disturbo dell'attenzione.
Molti adolescenti, quindi,
e molti studenti universitari
fanno uso di queste droghe.
E così i loro amici
perché si è capito che sono droghe
"che migliorano le prestazioni".
In altre parole,
aiutano a concentrarsi
per un lungo periodo.
Se andate nella biblioteca
di un college
nel giro di due minuti
potete avere del Ritalin o Adderall
e potete sedervi per studiare
per gli esami o per scrivere un saggio.
È prassi comune.
Beh, il primo gruppo di consumatori
di cui voglio parlare
sono i bambini delle scuole elementari
perché i genitori di quegli adolescenti
e studenti universitari
hanno capito che hanno
un vantaggio accademico.
Infatti, queste droghe
sono ora chiamate "droghe intelligenti".
Vanno dal pediatra
e chiedono che ai loro figli,
che frequentano le medie o le elementari,
vengano prescritte queste droghe.
Non perché presentino
i sintomi di un disturbo dell'attenzione
ma perché vogliono
un miglioramento delle prestazioni.
Mi chiedo
se questi genitori sappiano
che una delle droghe più prescritte
è un'anfetamina.
Quegli stessi genitori
sarebbero sconvolti
se i loro figli iniziassero
con la metanfetamina.
Un genitore di una bambina
delle elementari
che ha subito una trasformazione
incredibile dopo aver preso questa droga,
ha detto: "Beh, era triste,
quindi non andava bene a scuola,
e non aveva vita sociale.
Adesso è felice,
a scuola eccelle
ed è socialmente attiva.
Perché no?"
E infatti. Perché no?
Il secondo gruppo di consumatori
di cui parlerò
sono gli atleti professionisti.
Se l'hanno capito
gli studenti universitari,
l'avranno capito anche
gli atleti professionisti
che migliorare le prestazioni
è una cosa positiva.
E alcune leghe sportive hanno deciso
di consentire l'uso di questa droga
sotto prescrizione medica.
Improvvisamente, di tutti i giocatori
della Major League Baseball
uno su due è affetto
da un disturbo dell'attenzione.
È pazzesco.
Ma chi può biasimarli?
Se io dovessi giocare
più di 180 partite (ridacchia)
all'anno, che durano ore e ore
con tempi supplementari, a volte,
lo vorrei anch'io uno stimolante.
(Risate)
Il terzo gruppo di consumatori
sono gli scrittori e i pensatori.
Storicamente, alcuni dei nostri
più grandi filosofi e pensatori
hanno fatto uso di anfetamine
e ne hanno lodato gli effetti.
Per la stessa ragione per cui
gli stuenti universitari,
i liceali e gli atleti professionisti,
vogliono usarle.
Perché aiutano la concentrazione,
e aiutano a mantenerla per lungo tempo.
Quindi, scrittori come W.H. Auden
o Graham Greene,
o pensatori come Jean-Paul Sartre,
sono famosi per il loro uso di anfetamine.
Molti scrittori ne fanno uso,
inclusa la sottoscritta.
Alle persone che mi chiedono
della propaganda che hanno sentito
sulle metanfetamine,
persone che, chiaramente,
non le hanno mai provate,
a volte dico:
"Ho scritto la mia tesi in nove mesi
con l'aiuto occasionale
delle metanfetamine.
Hanno funzionato davvero".
La mia domanda è:
Che importanza ha, se sono
un consumatore controllato,
se ne faccio uso
per fare il mio lavoro?
Se le uso per sentirmi bene?
Che importanza ha se le usiamo
per evitare di sentirci male?
O se un nostro amico le usa per avere
un'esperienza spirituale introspettiva?
Che importanza ha se le usiamo
per far festa
e sentirci inebriati?
Il nostro comportamento
rivela come vogliamo vivere.
La gran parte dei consumatori
sono consumatori controllati
di tutte le sostanze psicoattive.
Tutte.
Sono i vostri professori,
i vostri mentori,
i vostri amici, i vostri vicini.
Le norme culturali si imparano.
Noi le facciamo
e noi le possiamo cambiare.
Brindo a questo.
(Applausi)