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Andreas Formiconi Audiopost 3 - II fase

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    È una giornata con poco tempo. Non sono riuscito a scrivere e non so se ce la faccio. Forse riesco a usare questo spostamento in auto.
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    Con questo post si inizia la seconda parte del percorso che avevo in qualche maniera preannunciato nel precedente audiopost, quello audiomobilistico sofferto.
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    Ma in realtà, non chiedo ora - di proposito, non perché non abbia tempo - non chiedo di far un account in Diigo, in Delicious, o in Scoop.It, o in quello dell'albero delle perle - non mi ricordo bene, mi pare si chiami così - o qualche altro attrezzo.
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    Non vi chiedo di pensare all'ennesima pagina colorata dalle mirabolanti promesse.
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    Non vi chiedo di pensare a niente di tecnologico, di non fare niente.
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    Vi chiedo anzi di non avvicinarvi al computer per questo primo passo. Non lo toccate nemmeno - cioè, usatelo per i fatti vostri, ma non per questo.
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    Vi chiedo di riflettere, quando avete tempo. Riflettere, si riflette in tutti quegli interstizi della giornata, appunto in auto, o portando fuori il cane, o portando i bambini a fare qualche cosa, aspettandoli.
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    Di riflettere anche due-tre giorni, non fare nient'altro che riflettere. Al massimo prendere un foglio di carta e una penna, e scrivere.
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    Scrivere cosa? Riflettere su cosa?
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    Un attimo. Il problema, qui, è la quantità.
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    Non è un problema nostro, è spesso IL problema.
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    Dunque, gli iscritti, nello specifico nostro, sono ufficialmente 472. Gli attivi misurati con l'iscrizione di un blog sono su i 170 - misura che ha i suoi difetti dell'essere attivo o meno, ma insomma, non ci si va tanto lontano, probabilmente.
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    I visitatori quotidiani, cioè le persone che visitano il blog tutti i giorni - non le pagine viste, quelle son migliaia, ma le visite, cioè le persone che accedono almeno una volta al giorno al blog - si aggirano in questi ultimi 20 giorni sulle 300-350.
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    Quindi, diciamo, questi numeri danno l'ordine di grandezza.
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    Ora, è obiettivamente difficile pretendere di sapere tutto ciò che viene detto, tutto ciò che succede, anche perché tutti hanno tempo relativo, poco tempo.
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    È un corso che si fa, questo - cioè ha il vantaggio di essere completamente asincrono, per cui uno lo fa quando può, e questo non è poco. Comunque, va a finire che lo fa dopo cena, lo fa qualche domenica pomeriggio, eccetera.
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    Dall'altro canto, sta succedendo quello che deve succedere, e in una misura che mi pare qualitativamente già soddisfacente: cioè persone che dicono: "Ma io vorrei - c'è qualcun altro che ha il mio problema?"
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    Ora mi viene in mente - non, perdonatemi, ora, guidando, non ricordo i nomi, ma - "Io sono dalle parti di Novara, mi occupo - sono un'insegnante di sostegno, ho bisogno, vorrei trovare, parlare con altri che hanno bisogno di sostegno." Dice qualcosa del genere.
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    Per l'appunto, nel percorso precedente, linf12, c'era un'insegnante di sostegno che mi aveva fatto - io non so niente, quasi niente di queste cose - ma mi aveva fatto capire che aveva - effettivamente gli insegnanti di sostegno molto spesso hanno bisogno di sostegno, per una serie di problemi che sapete meglio di me.
  • 4:54 - 5:05
    Inutile che ora stia a snocciolare in maniera goffa cose di cui gli interessati sanno benissimo, conoscono benissimo, insomma.
  • 5:05 - 5:19
    Ho riempito due pagine con comunità potenziali di questo tipo che ho desunto da segnali: quella richiesta esplicita, ecc.
  • 5:19 - 5:27
    Ma come fare a tirar fuori queste potenziali commissioni (?)?
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    Potrei stabilire delle categorie: una l'abbiamo già detta, insegnanti di sostegno. Se ne potrebbero pensare altre. Ma il problema è che, molto spesso, le cose interessanti sono quelle che non si potevano prevedere.
  • 5:50 - 6:19
    Mario Calabrese aveva introdotto, commentando appunto il post sulle categorie e sui tag, aveva introdotto un concetto interessante che rappresenta una branca relativamente recente dell'analisi dei dati, che è il data-mining, cioè, letteralmente, andare a frugare, a scavare nei dati.
  • 6:19 - 7:00
    È una branca dell'analisi dei dati che è emersa nel mondo contemporaneo che è caratterizzato da grandi, grandissime, smisurate messi di dati e nelle quali è praticamente impossibile andare a cercare a priori delle cose che ci si aspetta di trovare, anche perché il valore di tali messi di dati sta proprio nel fatto che potrebbero contenere schemi, strutture di dati e dati imprevisti.
  • 7:00 - 7:29
    Cioè le caratteristiche emergenti: perché la cosa funzioni, bisogna che ciascuno si connoti adeguatamente nel sistema. Adeguatamente significa utilizzando un meccanismo che possiamo congegnare: ed è quello del tagging.
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    In pratica, ognuno deve appiccicare a se stesso delle etichette, i tag: si deve taggare. Non necessariamente in modo univoco. Uno può avere due, tre, quattro interessi preminenti e quindi, generare un set di tag per ciascuno di questi interessi.
  • 7:59 - 8:01
    Beh, come fare a fare questo?
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    Ma ecco che torna utile avere costruito i blog. Allora molti di voi, molti hanno parlato delle proprie esperienze didattiche, delle proprie pratiche, dei propri problemi e continueranno a farlo. Forse lo faranno ancora di più, che è più chiaro ora, forse, a cosa si stava andando a parare. Benissimo.
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    Allora, se uno ha parlato di una pratica dove s'impiega la musica in una certa tipologia di scuola, avrà scritto un post o due post, o più, su questo argomento. Bene, si tratta di prendere l'indirizzo di quel post e associarlo a dei tag.
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    Ora, non stiamo a confonderci se questo lo faremo in Diigo o in un altro sistema. Non ci distraiamo con le specificità tecniche della macchina ma concentriamoci sul concetto.
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    E questa è una cosa che la si fa bene facendo una passeggiata o scrivendo, o buttando giù degli appunti in veranda: va bene la sera o a veglia.
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    Si tratta quindi, per quel certo argomento descritto in quel post o, volendo, anche in un commento - come avete visto, ogni commento ha il suo link, il suo permalink - al mio blog o quelli degli altri: va benissimo.
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    Potrebbe anche essere un'altra risorsa: uno potrebbe avere un sito scolastico dove si parla di una certa cosa: benissimo, si tratta di prendere l'indirizzo di quel sito o l'indirizzo di una certa parte di quel sito e associarlo, connotarlo con una serie di tag pertinenti.
  • 10:04 - 10:24
    Si tratta quindi di pensare a questi tag. Guardate che non è banale. È la questione della ricerca delle parole chiave. Allora si tratta di trovare delle parole, se possibile uniche, semplici, non troppe, che connotino con precisione la questione.
  • 10:24 - 10:38
    Non pensate al congegno software o al servizio web o quello che è. Al massimo pensate a quella macchina, che poi, quando uno la usa, si deve illuminare quando ci mette quella certa etichetta.
  • 10:38 - 10:59
    Vale a dire che una volta che, in alcuni giorni, in una settimana, dieci giorni, quello che sarà - non ha poi tanta importanza - avremo tutti fatto abbastanza questo mestiere, poi succederà che in questa macchina, quando io scriverò "sostegno", si accenderanno delle lucine e io andrò a vedere.
  • 10:59 - 11:22
    E lì magari scoprirò - scoprirò - quelli che mi erano magari sfuggiti andando a vedere i blog a mano, quelli che erano sfuggiti nella normale vita della comunità dove non si può evidentemente tenere traccia di tutto.
Title:
Andreas Formiconi Audiopost 3 - II fase
Description:

Pseudo video fatto con il file audio in http://iamarf.org/2013/05/09/lo-strano-modo-ltis13-di-trovarci/ con lo scopo di trascriverlo con Amara.org . Ho tagliato la musica iniziale per tener buono l'e-Cerbero del copyright-Hades di YT, e un po' attutito il rumore della macchina per vedere se lo stesso e-Cerbero produce una trascrizione (sottotitolazione automatica) utilizzabile.

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Video Language:
Italian
Duration:
11:23
Claude Almansi edited Italian subtitles for Andreas Formiconi Audiopost 3 - II fase
Claude Almansi edited Italian subtitles for Andreas Formiconi Audiopost 3 - II fase
Claude Almansi added a translation

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