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Naufragio nel Mediterraneo, di chi è la colpa? RTS Quindici Minuti 26 ottobre 2013

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    (uomo) Quindici Minuti: il reportage della redazione.
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    (donna) Dopo il naufragio di Lampedusa,
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    continuiamo ad indagare sulle cause dei recenti naufragi dei barconi dei migranti.
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    La rivista Quindici Minuti ha raggiunto l'altra costa del Mediterraneo.
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    accompagnata dalle ONG, di ricercatori e famiglie che stanno investigando
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    sulle condizioni drammatiche dei migranti verso l'Europa.
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    "Naufragi nel Mediterraneo: di chi è la colpa?"
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    un reportage di Alexandre Habay a Tunisi, realizzato da Sylvain Michel.
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    (guardia costiera) Pronto? A che distanza siete da Lampedusa?
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    (naufrago) (incomprensibile-in lingua araba?)
    (guardia costiera) Dove siete?
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    (naufrago) (incomprensibile-lingua araba?)
    (guardia costiera) Dove siete?
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    (naufrago) (incomprensibile-lingua araba?)
    (guardia costiera) Pronto?
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    (Aleandre Habay) Infatti non è stata compresa la richiesta di aiuto ricevuta tramite cellulare
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    di una persona a bordo della barca che ha fatto
    naufragio al largo di Lampedusa
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    il sei settembre 2012 (sic?)
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    Una richiesta di aiuto, che è stata veramente--veramente tragico sentire.
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    Si è sentita tutta la disperazione della persona che chiamava
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    e purtroppo, questa chiamata è stata anche molto confusa.
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    Certamente questo è uno dei fattori che ha reso difficile per la Guardia Costiera Italiana
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    localizzare l'imbarcazione immediatamene dopo la chiamata,
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    e anche questo ha potuto contribuire al naufragio stesso
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    e alla scomparsa di più di 70 persone, probabilmente.
  • 1:36 - 1:40
    Questo incidente resta infatti un mistero:
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    più di 50 persone sono state soccorse, una
    dozzina di corpi sono stati ritrovati
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    ma il resto delle persone non è mai
    stato ritrovato,
  • 1:52 - 1:56
    dunque non si sa effettivamente se sono sopravvissute
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    o se il barcone è naufragato,
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    visto che non è stato ritrovato nessun rottame, né il resto dei corpi.
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    Il GSM copre generalmente un paio di chilometri
    dalla costa
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    quindi sappiamo che questa barca è arrivata vicinissima a Lampione
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    nel momento in cui questo appello è arrivato: ci sono state anche
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    diverse chiamate alle famiglia da parte dei passeggeri.
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    (musica)
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    (Charles Heller) Allora, mi chiamo Charles
    Heller.
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    Sono un ricercatore dell'Università di Londra e
    sono qui in questo momento
  • 2:42 - 2:45
    per sostenere le famiglie, le associazioni
  • 2:45 - 2:52
    nella ricostruzione dei vari incidenti che
    avvengono in mare,
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    per capire quello che è accaduto effettivamente
    con tutti questi dispersi e questi morti,
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    le famiglie che andremo ad incontrare,
    sono proprio alla ricerca della verità.
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    (Imed Soltani) Bene, sono Imed Soltani.
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    Ho appena creato questa associazione che si chiama
    "La terra per tutti".
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    Sono un Tunisino, sono un Arabo
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    e questo fa sì che io debba lavorare più di voi,
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    perché i vostri bambini europei, se vogliono andare in
    Tunisia o in Algeria,
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    possono venire tranquillamente.
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    Ma per noi, se un uomo vuole andare
    da un'altra parte, può morire in mare.
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    E ci sono i nomi -- ti posso dire i nomi --
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    c'è il nome di Mohamed El Himi, che è uno,
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    c'è Husein ben Ahmed el Himi, c'è Nebil el
    Gazueli, c'è Ali ben Attar ben Bouli,
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    c'è Sadr Souhili,
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    tutti questi nomi, come Kerim ben Ourdi Mbarki,
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    eccolo qui, il terzo -- questa è la terra di
    Lampedusa.
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    (Habay) Quindi hai fatto degli ingrandimenti
    delle immagini del telegiornale italiano
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    e hai individuato le persone che stanno
    sulle barche?
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    (Soltani) Sì. Le famiglie hanno riconosciuto questi bambini.
  • 4:13 - 4:16
    (Habay) Ma quindi questi ragazzi, evidentemente, sono sopravvissuti?
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    Dove sono adesso? Sai dove si trovano?
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    Sono in contatto con le loro famiglie? E' andata bene--
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    (Soltani) No, nessuno, nessun contatto con
    le famiglie.
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    Le persone che arrivano a Lampedusa
    non danno i loro veri nomi.
  • 4:28 - 4:30
    Danno altri nomi.
  • 4:30 - 4:33
    Così come ci sono alcune persone che non vogliono
    dare le impronte digitali.
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    (voci di bambini)
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    (Habay) Cosa vedi?
  • 4:40 - 4:43
    Questo qui è mio fratello, questo qui.
  • 4:43 - 4:47
    (Habay) Come si chiama?
    (uomo) M'hamed Haboubi - Mohamed Haboub.
  • 4:47 - 4:50
    (Habay) Ce ne sono ancora -- guarda, l'immagine non è molto chiara --
  • 4:50 - 4:52
    ce ne sono ancora molti... sei sicuro che
    sia lui?
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    (uomo) Sì, è mio fratello, vive con me da 22 anni.
  • 4:57 - 4:59
    (Habay) E tuo fratello dove pensi che possa essere
    adesso?
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    (uomo) Non so, è la provincia (?) -- lo
    stiamo cercando.
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    (Habay) Perché evidentemente, se fosse stato al
    sicuro in Europa,
  • 5:09 - 5:11
    ti avrebbe chiamato, ti saresti aspettato una sua
    chiamata?
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    (uomo) Sicuramente. Ma il governo italiano non lo ha
    dichiarato tra queste persone.
  • 5:24 - 5:29
    (Heller) In tutti i casi, naturalmente, quando un
    parente scompare,
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    non possiamo immaginare quale possa essere stato il suo destino.
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    Ed è un'esperienza che vivono nello stesso modo, anche in Svizzera, tutte le persone i cui familiari sono scomparsi,
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    e nel nostro inconscio non possiamo che immaginare il peggiore degli scenari, ma anche i migliori
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    e giustamente penso che la prima cosa che i familiari chiedono
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    è di sapere che cosa è successo ai loro parenti.
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    (Habay) Quindi voi, Charles Heller, in questa ricerca che state conducendo,
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    finanziata dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca,
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    state cercando di ricostruire quello è che successo in mare, con quali risorse?
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    Sicuramente avete delle risorse tecniche, state facendo un'indagine?
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    (Heller) Oggi un incidente lascia moltissime tracce:
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    le testimonianze dei sopravvissuti, se ce ne sono,
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    molti migranti chiedono aiuto telefonicamente ai loro familiari.
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    Così come esiste tutta una serie di altri elementi che può essere utilizzata, come le immagini satellitari
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    che ci possono permettere di capire quali sono le barche, le navi, che si trovavano
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    in prossimità di un'imbarcazione
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    (Habay) Perché in realtà si cerca di ricostruire questo contesto? Qual è il motivo?
  • 6:40 - 6:41
    Può essere utile per determinare le responsabilità?
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    (Heller) In 20 anni ci sono stati più di 14.000 morti
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    solo in prossimità delle frontiere marittime del Mediterraneo,
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    questi sono i casi documentati, naturalmente sono molti di più
  • 6:52 - 6:57
    e nessuno risponde di questi morti
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    Nel 2011 c'è stata una svolta
  • 7:03 - 7:08
    con l'intervento militare della NATO in Libia
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    condiviso da numerose associazioni che dissero:
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    "C'è stato un record di morti nel Mediterraneo centrale quest'anno,
  • 7:20 - 7:25
    quando uno spiegamento di più di 40 navi della NATO sono state impiegate al largo delle coste libiche,
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    esattamente nella zona in cui sono avvenute tutte queste morti".
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    In quel contesto abbiamo condotto un'indagine sulla nave che è stata lasciata a Tripoli
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    il 27 marzo 2011
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    e che solo dopo 24 ore si è ritrovata in una situazione di disagio
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    e senza carburante
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    ed è andata alla deriva per 14 giorni nella zona sorvegliata dalla NATO
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    che doveva essere, ancora una volta, in quel momento, probabilmente,
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    la zona marittima più sorvegliata al mondo.
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    Le autorità italiane, maltesi, la NATO, erano tutte consapevoli della situazione.
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    Malgrado il fatto che ci fossero state due ricognizioni da parte di un elicottero con la scritta "army",
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    la metà delle persone a bordo erano già morte,
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    i passeggeri si trovavano alla deriva vicino a una grande nave militare
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    il cui equipaggio si è limitato a fare una foto prima di abbandonarli al loro destino.
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    Alla fine solo 9 persone sono riuscite a sopravvivere, su 72 passeggeri.
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    Il rapporto che è stato redatto a proposito di questa tragedia, di questo naufragio,
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    è stato il motivo per una denuncia nei confronti dei differenti Stati implicati nell'operazione in Libia.
  • 8:47 - 8:54
    E' stata la prima volta in cui si è potuta determinare la responsabilità diretta per queste morti
  • 8:54 - 8:58
    al di fuori, ancora una volta, della grande responsabilità politica
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    dell'Unione Europea e degli Stati al sud del Mediterraneo.
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    Stiamo cercando di indagare anche su altri naufragi in quei luoghi.
  • 9:06 - 9:12
    E stiamo seguendo da vicino anche i recenti incidenti che sono avvenuti in questi giorni a Lampedusa.
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    (Voci - in arabo)
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    (voce non identificata) Eccoci a Gebel Achmad, è un quartiere popolare, molto popolare, di Tunisi
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    dove c'erano una ventina di ragazzi che si sono imbarcati insieme sul barcone
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    la loro richiesta di aiuto è stata sentita
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    e adesso andiamo a incontrare le loro famiglie che ancora si interrogano su ciò che successe quel giorno.
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    (voci in arabo)
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    (Bensmida) Mi chiamo Mohamed Bensmida.
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    Sono il padre di Ahmed Bensmida che è naufragato il 6 settembre 2012
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    (parole arabe) a 17 anni.
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    (Interprete) Suo figlio, all'età di 17 anni, ha voluto fare come i suoi amici del quartiere,
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    per poter aver una vita migliore, per cambiare la propria vita
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    così, tutto a un tratto, è partito.
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    (Bensmida?) --
    (Habay?) 136 persone a bordo?
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    (Bensmida?) Sì. Ma quando sono arrivati, 80 risultarono dispersi.
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    (Habay) Che cosa è successo? Si è saputo?
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    (Bensmida) Si dice che la barca si è spaccata, ma (continua in arabo)
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    (Interprete) Lo scenario non è chiaro su cosa sia accaduto.
  • 10:21 - 10:26
    (Interprete + Bensmida in arabo) Non sono certi di ciò che sia successo realmente.
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    Gli amici di suo figlio hanno detto di aver visto il figlio nuotare, di averlo visto coi loro occhi.
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    Stava calando la notte, quindi dopo non sono riusciti a vedere più niente.
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    E' assurdo che una donna incinta riesca ad arrivare a nuoto
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    e che gli altri non ci riescano, che muoiano così.
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    (Bensmida?) Questo non è vero. Voglio altre spiegazioni.
  • 10:46 - 10:49
    (Habay) Se fosse riuscito ad arrivare in Italia, sarebbero arrivate sue notizie,
  • 10:49 - 10:51
    o sarebbe stato registrato dalle autorità?
  • 10:51 - 10:55
    (Interprete + Bensmida in arabo) Dice che sta vivendo nell'illusione
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    perché ha sentito che ci sono delle persone che sono arrivate sulla costa
  • 11:00 - 11:01
    e altre che sono in prigione
  • 11:01 - 11:06
    Ciò che fa stare male è l'illusione e la vaghezza.
  • 11:06 - 11:10
    (Bensmida) Hanno ricevuto la chiamata di soccorso, Italia Ouini(?) che hanno lanciato la chiamata di soccorso
  • 11:10 - 11:15
    (Interprete) Sono il governo italiano e quello tunisino che sono implicati in questo naufragio
  • 11:15 - 11:17
    perché chi riceve una chiamata di soccorso, ha detto,
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    normalmente deve rispondere, invece non hanno risposto.
  • 11:21 - 11:28
    (Zwaoui) (parla in arabo)
  • 11:28 - 11:31
    (Interprete) Ha detto che si chiama Samia Zwaoui(?).
  • 11:31 - 11:33
    Suo figlio è Bachlis Kilini(?)
  • 11:33 - 11:38
    suo figlio è scomparso dopo il 6 settembre 2012.
  • 11:38 - 11:43
    (Interprete + Zwaoui in arabo) Lei aveva --
  • 11:43 - 11:49
    dei 56 sopravvissuti, che le hanno raccontato che lo scafo è affondato.
  • 11:49 - 11:54
    L'amico di suo figlio le ha dato un messaggio in cui diceva
  • 11:54 - 12:03
    che ha visto prendere il suo bambino dalla polizia italiana al porto di Palermo.
  • 12:03 - 12:05
    (Habay) Bene. Quindi pensa che suo figlio sia ancora vivo?
  • 12:05 - 12:08
    (Zwaoui) (parla in arabo)
  • 12:08 - 12:10
    (Interprete) Lei ha il presentimento che suo figlio sia vivo.
  • 12:10 - 12:15
    (Zwaoui e l'interprete parlano in arabo)
  • 12:15 - 12:19
    (Interprete) Lei ha ricevuto una chiamata telefonica dal numero doppio zero +44
  • 12:19 - 12:24
    qualcuno le ha detto "ciao" più volte
    (Habay) E' l'Inghilterra.
  • 12:24 - 12:28
    (Interprete) +44 non so se sia l'identificativo del paese, ma comunque si tratta di qualcuno che --
  • 12:28 - 12:32
    perché erano passati cinque mesi e mezzo dal naufragio e lei sente che era suo figlio
  • 12:32 - 12:36
    che voleva sentire la sua voce per assicurarsi se sua madre stesse bene o no.
  • 12:36 - 12:39
    Lei ha provato a richiamare, ma la linea risultava occupata.
  • 12:39 - 12:41
    (Zwaoui) (in arabo)
  • 12:41 - 12:47
    (Interprete) Anche ieri ha cercato di richiamare.
  • 12:47 - 12:49
    (Heller o Habay?) Ecco, abbiamo sentito queste storie.
  • 12:49 - 12:51
    E' difficile farsi un'idea.
  • 12:51 - 12:56
    Alcune di queste famiglie potrebbero essere ancora in una fase di rifiuto
  • 12:56 - 13:00
    e si aggrappano, come spesso avviene nei casi di scomparsi
  • 13:00 - 13:03
    a qualsiasi tipo di speranza.
  • 13:03 - 13:10
    (chiamata alla preghiera; motore di autobus)
  • 13:10 - 13:12
    (Annuncio) Prossima fermata, Vidy(?)
  • 13:16 - 13:19
    (Habay) Siamo di nuovo in Svizzera, a Mont sur Lausanne
  • 13:19 - 13:24
    andiamo verso la Protezione Civile, dove sono alloggiati alcuni richiedenti asilo.
  • 13:24 - 13:26
    C'è un gruppo di ragazzi che ci aspetta
  • 13:26 - 13:29
    e tra questi c'è un tunisino con il quale ho appuntamento
  • 13:29 - 13:33
    parleremo con lui della traversata del Mediterraneo.
  • 13:33 - 13:39
    (2 voci, in inglese e arabo?)
  • 13:39 - 13:41
    (Interprete?) Sono arrivate 300 persone con un barcone
  • 13:41 - 13:45
    (Uomo) (in arabo)
    (Interprete) Sono venuti da Zarzis.
  • 13:45 - 13:51
    E' una città sulla costa mediterranea. Hanno pagato 10.000 euro per venire qui.
  • 13:51 - 13:58
    (Interprete + uomo in arabo) E' venuto dopo la rivoluzione del 2011.
  • 13:58 - 14:02
    La sua domanda d'asilo in Italia è stata rifiutata.
  • 14:02 - 14:04
    (Habay) E in Svizzera?
  • 14:04 - 14:07
    (Interprete + uomo in arabo) Pure lei ha rifiutato la sua domanda d'asilo.
  • 14:07 - 14:11
    Deve lasciare la Svizzera il 31 ottobre.
  • 14:11 - 14:14
    (Habay) E pensi che per tutto questo ne sia valsa la pena,
  • 14:14 - 14:17
    rischiare tanto, pagare 10.000 euro, rischiare di morire in mare?
  • 14:17 - 14:20
    Vale la pena fare tutto questo? Sei pentito --
  • 14:20 - 14:27
    (Interprete + uomo in arabo) Sì, sono pentito.
    (Habay) Perché?
  • 14:27 - 14:29
    (Interprete + uomo in arabo) E' deluso.
  • 14:29 - 14:34
    E' venuto a cercare una vita migliore e ne ha trovata una peggiore, lui è in un bunker.
  • 14:35 - 14:39
    (Canzone araba)
  • 14:39 - 14:44
    (Interprete?) "Sono rimasto da solo nel mio esilio, soffro e non ho fortuna".
  • 14:44 - 14:51
    Queste sono le parole della canzone.
    (canzone araba)
  • 14:51 - 14:59
    (sigla di "15 minuti")
  • 14:59 - 15:03
    (Giornalista) Puoi riascoltare il servizio su www.rtsinfo.ch)
Title:
Naufragio nel Mediterraneo, di chi è la colpa? RTS Quindici Minuti 26 ottobre 2013
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French
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