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Cosa importa davvero alla fine della vita

  • 0:02 - 0:06
    Abbiamo tutti bisogno
    di una ragione per svegliarci.
  • 0:07 - 0:09
    Per me, ci sono voluti solo 11.000 volt.
  • 0:11 - 0:13
    So che siete troppo educati
    per chiederlo,
  • 0:13 - 0:14
    quindi ve lo dirò io.
  • 0:15 - 0:18
    Una notte, secondo anno del college,
  • 0:18 - 0:21
    appena tornato dalle feste
    per il Ringraziamento
  • 0:21 - 0:24
    io e alcuni amici
    gironzolavamo senza meta
  • 0:24 - 0:28
    e decidemmo di arrampicarci
    su un treno per pendolari in sosta.
  • 0:28 - 0:31
    Eravamo seduti là,
    con i cavi sopra la testa.
  • 0:31 - 0:34
    Per qualche motivo, all'epoca
    ci parve una gran bella idea.
  • 0:35 - 0:37
    Avevamo sicuramente fatto
    cose più stupide.
  • 0:38 - 0:41
    Mi arrampicai velocemente
    sulla scaletta posteriore
  • 0:41 - 0:43
    e quando mi alzai in piedi,
  • 0:43 - 0:47
    la corrente elettrica
    entrò nel mio braccio,
  • 0:47 - 0:50
    mi scosse con violenza
    fino ai piedi, e fu tutto.
  • 0:52 - 0:54
    Ci credereste
    che quell'orologio funziona ancora?
  • 0:56 - 0:58
    Ha preso una bella botta!
  • 0:58 - 0:59
    (Risate)
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    Mio padre ora lo indossa per solidarietà.
  • 1:03 - 1:09
    Quella notte ebbe inizio il mio rapporto
    con la morte, la mia morte,
  • 1:09 - 1:13
    e iniziò anche il mio percorso
    da paziente.
  • 1:13 - 1:14
    È una bella parola.
  • 1:14 - 1:16
    Significa uno che soffre.
  • 1:17 - 1:19
    Quindi siamo tutti pazienti.
  • 1:20 - 1:22
    Il sistema sanitario americano
  • 1:22 - 1:25
    ha la sua buona dose di inefficienze
  • 1:25 - 1:27
    che accompagnano la sua eccellenza,
    senza dubbio.
  • 1:28 - 1:32
    Ora sono un medico,
    mi occupo di medicina palliativa,
  • 1:32 - 1:35
    ho testato il servizio
    da entrambe le parti.
  • 1:35 - 1:39
    E credetemi: quasi tutti quelli
    che entrano nel servizio sanitario
  • 1:39 - 1:42
    hanno buone intenzioni, davvero.
  • 1:43 - 1:47
    Ma noi che ci lavoriamo
    rappresentiamo, nostro malgrado,
  • 1:47 - 1:51
    un sistema che troppo spesso
    non fornisce servizi.
  • 1:52 - 1:53
    Perché?
  • 1:54 - 1:57
    Beh, la risposta è abbastanza semplice
  • 1:57 - 1:59
    e spiega molte cose.
  • 1:59 - 2:05
    Il sistema sanitario è stato concepito
    per le malattie, non per le persone.
  • 2:06 - 2:10
    Il che, ovviamente, significa
    che fu mal concepito.
  • 2:10 - 2:16
    E mai gli effetti di questo sistema
    sono così strazianti
  • 2:16 - 2:20
    o la necessità di riprogettazione
    così impellente
  • 2:20 - 2:22
    come alla fine della vita,
  • 2:22 - 2:25
    quando tutte le esperienze
    si riassumono e si condensano.
  • 2:26 - 2:28
    Non esistono seconde opportunità.
  • 2:30 - 2:35
    Il mio scopo oggi è quello di creare
    un dialogo tra le discipline
  • 2:35 - 2:39
    e introdurre in questo dialogo
    il design thinking.
  • 2:39 - 2:45
    Ovvero, portare buoni propositi
    e creatività
  • 2:45 - 2:48
    all'esperienza del morire.
  • 2:49 - 2:53
    Abbiamo un'opportunità enorme,
  • 2:53 - 2:58
    ci troviamo di fronte a una
    delle poche questioni universali
  • 2:58 - 3:01
    che ci toccano come individui
    e come membri di una società civile:
  • 3:01 - 3:05
    ripensare e riprogettare
    il modo in cui moriamo.
  • 3:07 - 3:10
    Quindi cominciamo dalla fine.
  • 3:12 - 3:16
    Per molte persone, la cosa più spaventosa
    della morte non è il fatto di morire,
  • 3:16 - 3:18
    ma morire soffrendo.
  • 3:18 - 3:20
    È una distinzione fondamentale.
  • 3:20 - 3:23
    Per andare più a fondo,
    potrebbe essere utile
  • 3:23 - 3:27
    distinguere la sofferenza inevitabile,
  • 3:27 - 3:30
    da quella che invece possiamo cambiare.
  • 3:30 - 3:36
    La prima è una condizione naturale
    ed essenziale della vita, parte del gioco.
  • 3:36 - 3:41
    Così siamo portati a essere
    flessibili, ad adattarci, a crescere.
  • 3:43 - 3:48
    È un bene rendersi conto
    che esistono forze più grandi di noi.
  • 3:49 - 3:52
    Portano equilibrio,
  • 3:52 - 3:55
    come una riorganizzazione cosmica.
  • 3:57 - 3:59
    Dopo aver perso gli arti,
  • 3:59 - 4:04
    per esempio, quella perdita
    è diventata un fatto immutabile,
  • 4:04 - 4:07
    inevitabilmente parte della mia vita,
  • 4:07 - 4:14
    ho capito che non potevo rifiutarlo
    perché sarebbe stato rifiutare me stesso.
  • 4:15 - 4:18
    Ci ho messo del tempo,
    ma alla fine ho capito.
  • 4:19 - 4:21
    Un'altra grande qualità
    della sofferenza necessaria
  • 4:21 - 4:25
    è che proprio grazie a essa
  • 4:25 - 4:30
    la persona che accudisce e quella
    che riceve la cura si avvicinano
  • 4:30 - 4:32
    come esseri umani.
  • 4:33 - 4:37
    È in questo che avviene la guarigione.
  • 4:38 - 4:41
    Sì, la compassione, letteralmente, come
    abbiamo imparato ieri,
  • 4:41 - 4:43
    il soffrire insieme.
  • 4:45 - 4:48
    Per quanto riguarda il sistema invece,
  • 4:48 - 4:52
    gran parte della sofferenza
    non è necessaria, è indotta.
  • 4:52 - 4:55
    Non serve a niente.
  • 4:55 - 4:59
    Ma la buona notizia è che,
    poiché questa sofferenza non è necessaria,
  • 4:59 - 5:01
    possiamo cambiarla.
  • 5:02 - 5:05
    Il modo in cui moriamo è qualcosa
    su cui possiamo intervenire.
  • 5:06 - 5:11
    Sensibilizzare il sistema su questa
    distinzione fondamentale
  • 5:11 - 5:14
    tra sofferenza gratuita e
    sofferenza necessaria
  • 5:14 - 5:18
    è il primo dei tre spunti
    per questa giornata.
  • 5:18 - 5:23
    Dopotutto il nostro ruolo di medici,
    di persone che si prendono cura,
  • 5:23 - 5:28
    è quello di alleviare la sofferenza,
    non di aggiungerne altra.
  • 5:30 - 5:32
    Questo è vero per le cure palliative,
  • 5:32 - 5:36
    di cui sono sostenitore
  • 5:36 - 5:38
    e che prescrivo come medico.
  • 5:39 - 5:45
    Tra parentesi: la cura palliativa, campo
    molto importante ma poco compreso,
  • 5:45 - 5:48
    benché lo includa, non si limita
    a curare chi è in fin di vita.
  • 5:48 - 5:50
    Non si limita agli ospizi.
  • 5:51 - 5:55
    Si occupa di donare conforto
    e qualità della vita a qualsiasi stadio.
  • 5:55 - 5:58
    Quindi, sappiate che non bisogna
    essere sul punto di morte
  • 5:58 - 6:00
    per fruire della cura palliativa.
  • 6:01 - 6:04
    Ora, lasciate che vi presenti Frank.
  • 6:06 - 6:07
    È importante.
  • 6:07 - 6:09
    Frequento Frank da anni ormai.
  • 6:09 - 6:13
    Convive da anni con uno stadio avanzato
    di cancro alla prostata e l'HIV.
  • 6:14 - 6:16
    Cerchiamo di alleviare il suo dolore.
  • 6:16 - 6:21
    Ma passiamo la maggior parte del tempo
    a parlare della sua vita.
  • 6:21 - 6:22
    In realtà, delle nostre vite.
  • 6:23 - 6:25
    È così che Frank affronta il dolore.
  • 6:25 - 6:29
    È così che convive
    con le perdite che arrivano.
  • 6:29 - 6:32
    Così riesce ad accogliere
    ciò che viene dopo.
  • 6:34 - 6:38
    La perdita è una cosa,
    ma il rimpianto è tutto un altro discorso.
  • 6:39 - 6:41
    Frank è sempre stato un avventuriero.
  • 6:41 - 6:44
    Sembra uno appena uscito
    da un dipinto di Norman Rockwell.
  • 6:44 - 6:46
    Non un grande fan del rimpianto.
  • 6:47 - 6:49
    Non fu una sorpresa quando
    si presentò in clinica,
  • 6:49 - 6:52
    dicendo di voler fare rafting
    nel fiume Colorado.
  • 6:53 - 6:55
    Era una buona idea?
  • 6:55 - 7:00
    Con tutti i rischi che avrebbe comportato
    per la sua salute, qualcuno direbbe di no.
  • 7:00 - 7:03
    Molti lo dissero, ma lui lo fece comunque
    quando ancora poteva.
  • 7:04 - 7:08
    Fu un viaggio glorioso, meraviglioso:
  • 7:09 - 7:14
    Acqua gelida, caldo torrido e asciutto,
    scorpioni, serpenti,
  • 7:14 - 7:20
    la vita selvaggia che prorompe
    dalle pareti ardenti del Grand Canyon.
  • 7:20 - 7:23
    La gloriosa porzione di mondo
    che non si piega al nostro controllo.
  • 7:24 - 7:26
    La scelta di Frank, forse esagerata,
  • 7:26 - 7:29
    è il tipo di scelta
    che molti di noi farebbero,
  • 7:29 - 7:35
    se soltanto avessimo il supporto
    per capire cosa è meglio per noi.
  • 7:37 - 7:41
    Molto di ciò di cui stiamo parlando oggi
    riguarda il cambio di prospettiva.
  • 7:43 - 7:45
    Dopo il mio incidente,
    quando tornai al college,
  • 7:45 - 7:48
    cambiai corso di laurea
    e scelsi storia dell'arte.
  • 7:48 - 7:53
    Studiare arte visiva mi avrebbe insegnato
    qualcosa sul come osservare.
  • 7:54 - 7:57
    Una lezione molto importante
    per un ragazzo che non poteva cambiare
  • 7:57 - 8:00
    gran parte di quello che vedeva.
  • 8:01 - 8:04
    Prospettiva, quella specie di alchimia
    con la quale noi umani ci intratteniamo,
  • 8:04 - 8:07
    tramutando l'angoscia in un fiore.
  • 8:10 - 8:14
    Piccola parentesi: ora lavoro
    in un posto fantastico a San Francisco,
  • 8:14 - 8:16
    lo Zen Hospice Project,
  • 8:16 - 8:20
    e abbiamo un piccolo rituale che ci aiuta
    con questo cambio di prospettiva.
  • 8:20 - 8:23
    Quando uno dei nostri pazienti muore,
  • 8:23 - 8:28
    gli uomini dell'obitorio ci raggiungono,
    trasportiamo il corpo fuori in giardino
  • 8:28 - 8:30
    verso il cancello, e ci fermiamo.
  • 8:30 - 8:32
    Chiunque lo desideri,
  • 8:32 - 8:35
    gli altri pazienti, la famiglia
    gli infermieri, i volontari
  • 8:35 - 8:37
    anche l'autista del carro funebre,
  • 8:37 - 8:42
    condivide una storia
    o una canzone o il silenzio,
  • 8:42 - 8:45
    mentre ricopriamo il corpo
    di petali di fiori.
  • 8:45 - 8:48
    Ci vogliono pochi minuti.
  • 8:48 - 8:53
    Un saluto semplice e amorevole
    per affrontare il dolore con affetto
  • 8:53 - 8:55
    invece che con repulsione.
  • 8:56 - 9:01
    Contrapponete a questo
    l'esperienza in un contesto ospedaliero,
  • 9:01 - 9:06
    un po' come qui: luci potenti, tubi,
    il bip delle macchine,
  • 9:06 - 9:11
    luci intermittenti che non si arrestano
    neanche quando l'ha fatto la vita.
  • 9:11 - 9:14
    Entrano gli inservienti,
    il corpo viene spedito via.
  • 9:14 - 9:20
    È come se quella persona
    non fosse mai esistita davvero.
  • 9:21 - 9:24
    Tutto in nome della sterilità, certamente.
  • 9:24 - 9:27
    Ma gli ospedali tendono
    ad assalire i nostri sensi,
  • 9:27 - 9:33
    e ciò che possiamo sperare di ricevere
    tra quelle pareti è torpore
  • 9:33 - 9:38
    anestetico, letteralmente
    il contrario di estetico.
  • 9:38 - 9:43
    Riverisco gli ospedali per come agiscono;
    sono vivo grazie a loro.
  • 9:44 - 9:46
    Ma pretendiamo troppo
    dai nostri ospedali.
  • 9:47 - 9:51
    Sono posti predisposti per traumi violenti
    e malattie curabili.
  • 9:51 - 9:55
    Non sono posti in cui vivere e morire,
    non sono stati concepiti per questo.
  • 9:58 - 10:00
    Attenzione, non sto rinunciando all'idea
  • 10:00 - 10:04
    che le nostre istituzioni possano
    diventare più umane.
  • 10:04 - 10:07
    La bellezza può essere trovata ovunque.
  • 10:09 - 10:11
    Ho trascorso qualche mese
    in un Centro Ustionati
  • 10:11 - 10:14
    al St. Barnabas Hospital,
    a Livingston, New Jersey,
  • 10:14 - 10:18
    dove ho ricevuto delle cure eccellenti,
  • 10:18 - 10:21
    anche cure palliative per il dolore.
  • 10:21 - 10:24
    Una notte, iniziò a nevicare.
  • 10:25 - 10:30
    Ricordo le infermiere lamentarsi
    per i disagi del traffico con la neve.
  • 10:30 - 10:32
    Non c'erano finestre nella mia stanza.
  • 10:32 - 10:36
    Ma era meraviglioso anche solo
    immaginarla venire giù, appiccicarsi.
  • 10:37 - 10:41
    Il giorno dopo un'infermiera entrò
    di soppiatto con una palla di neve.
  • 10:41 - 10:43
    L'aveva portata nel reparto.
  • 10:45 - 10:50
    Non ho parole per esprimere l'estasi
    che provai nel stringerla nella mano
  • 10:50 - 10:53
    e la sensazione di freschezza
    sulla mia pelle ustionata.
  • 10:53 - 10:56
    Il miracolo di tutto questo,
  • 10:56 - 11:00
    il mio rapimento nel vederla sciogliersi
    e trasformarsi in acqua.
  • 11:03 - 11:05
    In quell'istante,
  • 11:05 - 11:09
    il solo fatto di essere parte
    di questo pianeta, in questo universo,
  • 11:09 - 11:12
    aveva più importanza del vivere o morire.
  • 11:12 - 11:15
    Quella piccola palla di neve
    mi diede l'ispirazione che mi serviva
  • 11:15 - 11:19
    per provare a vivere
    o per accettare di non riuscirci.
  • 11:19 - 11:23
    In un ospedale, è un momento prezioso.
  • 11:24 - 11:28
    Nel mio lavoro, nel corso degli anni,
    ho conosciuto molte persone
  • 11:28 - 11:30
    pronte ad andarsene, pronte a morire.
  • 11:31 - 11:36
    Non perché avessero trovato
    la pace interiore o la trascendenza,
  • 11:36 - 11:41
    ma perché provavano repulsione
    per ciò che la loro vita era diventata,
  • 11:43 - 11:47
    in una parola: spezzata, brutta.
  • 11:51 - 11:57
    Moltissimi di noi convivono già
    con malattie croniche o terminali,
  • 11:57 - 11:59
    fino a età avanzata.
  • 12:00 - 12:05
    E non siamo minimamente preparati
    a questo invecchiamento della popolazione.
  • 12:07 - 12:11
    Abbiamo bisogno di un'infrastruttura
    abbastanza dinamica da sostenere
  • 12:11 - 12:15
    questo grande mutamento della popolazione.
  • 12:16 - 12:19
    Ora è il momento di creare
    qualcosa di nuovo, di vitale.
  • 12:19 - 12:21
    So che possiamo perché dobbiamo.
  • 12:21 - 12:23
    L'alternativa è inaccettabile.
  • 12:24 - 12:26
    E le parole chiave sono:
  • 12:26 - 12:29
    linea politica, istruzione e preparazione,
  • 12:29 - 12:32
    sistemi, mattoni e cemento.
  • 12:33 - 12:36
    Riceviamo tonnellate di input per designer
    di tutti i tipi con cui lavorare.
  • 12:37 - 12:39
    Dalle ricerche sappiamo, ad esempio,
  • 12:39 - 12:43
    cos'è davvero importante
    per le persone che stanno per morire:
  • 12:43 - 12:50
    comodità, sentirsi più leggeri
    e non essere un peso per coloro che amano,
  • 12:50 - 12:55
    la pace esistenziale, senso di meraviglia
    e di spiritualità.
  • 12:57 - 13:01
    In quasi 30 anni allo Zen Hospice,
  • 13:01 - 13:04
    abbiamo imparato molto dai nostri ospiti
    grazie a piccoli dettagli.
  • 13:06 - 13:08
    Le piccole cose non sono così piccole.
  • 13:09 - 13:11
    Prendete Janette.
  • 13:11 - 13:14
    Per lei è sempre più difficile respirare
    a causa della SLA.
  • 13:14 - 13:16
    Beh... sapete che c'è?
  • 13:16 - 13:19
    Vuole riprendere a fumare,
  • 13:19 - 13:23
    sigarette francesi, se non vi spiace.
  • 13:25 - 13:27
    Non per un'inclinazione
    all'autodistruzione,
  • 13:27 - 13:31
    ma per sentire i suoi polmoni riempirsi,
    finché ce li ha ancora.
  • 13:33 - 13:34
    Le priorità cambiano.
  • 13:36 - 13:38
    O Kate, che vuole solo sapere
  • 13:38 - 13:42
    che il suo cane Austin riposa
    ai piedi del suo letto,
  • 13:42 - 13:46
    il suo muso freddo sulla sua pelle secca,
  • 13:46 - 13:48
    invece che altra chemioterapia
    che scorra nelle sue vene.
  • 13:48 - 13:50
    L'ha fatto.
  • 13:51 - 13:56
    Quella sensuale, estetica gratificazione
    in cui per un momento, un solo istante,
  • 13:56 - 13:59
    siamo premiati
    per il solo fatto di esistere.
  • 14:03 - 14:08
    Buona parte viene
    dall'amare la nostra vita con i sensi,
  • 14:08 - 14:13
    con il corpo, ciò che ci rende
    esseri viventi o morenti.
  • 14:14 - 14:16
    Probabilmente la stanza più intensa
  • 14:16 - 14:18
    nella residenza Zen Hospice è la cucina,
  • 14:18 - 14:20
    che è abbastanza strano quando realizzi
  • 14:20 - 14:24
    che i nostri residenti possono mangiare
    davvero poco, se non niente.
  • 14:24 - 14:30
    Ma abbiamo capito che la cucina
    dà loro un sostegno a vari livelli:
  • 14:30 - 14:33
    l'olfatto, un aeroplano simbolico.
  • 14:34 - 14:39
    Seriamente, con tutte le faccende pesanti
    che accadono sotto il nostro tetto,
  • 14:39 - 14:43
    uno degli interventi più sperimentati
    e più riusciti che conosciamo
  • 14:43 - 14:47
    è cuocere biscotti.
  • 14:58 - 15:00
    Finché abbiamo i nostri sensi,
  • 15:00 - 15:02
    anche solo uno,
  • 15:02 - 15:05
    abbiamo almeno la possibilità di accedere
  • 15:05 - 15:08
    a ciò che ci rende umani, connessi.
  • 15:11 - 15:14
    Immaginate il fremito
    che questa nozione può provocare
  • 15:14 - 15:17
    nei milioni di persone che convivono
    e muoiono con la demenza.
  • 15:18 - 15:22
    Il piacere sensoriale primario che narra
    le cose per cui non abbiamo parole,
  • 15:22 - 15:25
    impulsi che ci fanno rimanere
    nel presente,
  • 15:25 - 15:28
    senza bisogno di passato o futuro.
  • 15:30 - 15:36
    Dunque, se rimuovere la sofferenza
    non necessaria era il primo spunto,
  • 15:39 - 15:41
    allora riconferire la dignità
    tramite i sensi,
  • 15:41 - 15:45
    tramite il corpo,
    il regno estetico,
  • 15:45 - 15:47
    è il secondo spunto.
  • 15:48 - 15:52
    Questo ci porta velocemente
    al terzo e ultimo assaggio per oggi.
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    Cioè, dobbiamo elevare il nostro sguardo
    per fissarlo sul benessere,
  • 15:59 - 16:01
    così che la vita, la salute e l'assistenza
  • 16:01 - 16:04
    possano orientarsi a
    rendere la vita meravigliosa,
  • 16:04 - 16:07
    invece che solamente meno orribile.
  • 16:08 - 16:09
    Beneficenza.
  • 16:11 - 16:13
    Ecco che si arriva qui alla distinzione
  • 16:13 - 16:18
    tra un modello di cura basato su malattia
    e uno basato sul paziente, sulla persona
  • 16:18 - 16:22
    e qui è dove la cura
    diventa creativa, generativa,
  • 16:22 - 16:24
    addirittura giocosa.
  • 16:24 - 16:27
    "Gioco" può sembrare
    una parola strana qui.
  • 16:28 - 16:31
    Ma è anche una delle nostre
    più alte forme di adattamento.
  • 16:31 - 16:35
    Considerate ogni bisogno imprescindibile
    per essere umani.
  • 16:35 - 16:38
    Il bisogno di cibo
    ha dato vita alla cucina.
  • 16:38 - 16:40
    Il bisogno di un riparo
    ha dato vita all'architettura.
  • 16:40 - 16:43
    Il bisogno di coprirsi
    ha dato vita alla moda.
  • 16:43 - 16:45
    E poiché siamo soggetti
    allo scorrere del tempo,
  • 16:45 - 16:49
    beh, abbiamo inventato la musica.
  • 16:52 - 16:55
    Perciò, poiché la morte
    è una parte necessaria della vita,
  • 16:55 - 16:58
    cosa potremmo creare con questo?
  • 17:00 - 17:03
    Con "gioco" non intendo certo usare
    un approccio frivolo alla morte
  • 17:03 - 17:06
    o che si raccomandi un certo modo
    di morire.
  • 17:06 - 17:09
    Ci sono montagne di dolore
    che non possono essere spostate
  • 17:09 - 17:12
    e in un modo o nell'altro
    ci inginocchieremo tutti lì.
  • 17:13 - 17:16
    Piuttosto, suggerisco
    che venga fatto spazio,
  • 17:17 - 17:22
    spazio fisico e psichico che permetta
    alla vita di esprimersi
  • 17:22 - 17:26
    così che invece che andarsene,
  • 17:26 - 17:30
    la vecchiaia e la morte possano diventare
    un processo in crescendo fino alla fine.
  • 17:33 - 17:37
    Non possiamo evitare la morte.
  • 17:38 - 17:41
    So che qualcuno di voi ci sta lavorando.
  • 17:41 - 17:44
    (Risate)
  • 17:45 - 17:47
    Ma nel frattempo, possiamo...
  • 17:47 - 17:49
    (Risate)
  • 17:49 - 17:51
    Possiamo ridefinirla.
  • 17:52 - 17:53
    Una parte di me è morta tempo fa
  • 17:53 - 17:56
    ed è qualcosa che, bene o male,
    possiamo affermare tutti.
  • 17:56 - 17:59
    Ho dovuto ridisegnare la mia vita
    intorno a questo fatto,
  • 17:59 - 18:03
    e posso dirvi che è stata una liberazione
  • 18:03 - 18:06
    realizzare che puoi sempre trovare
    un guizzo di bellezza o di senso
  • 18:06 - 18:08
    nella vita che ti è rimasta,
  • 18:08 - 18:11
    come la palla di neve, che è durata
    per un momento perfetto,
  • 18:11 - 18:13
    sciogliendosi nel frattempo.
  • 18:15 - 18:20
    Se amiamo questi momenti intensamente
  • 18:20 - 18:23
    allora forse possiamo imparare
    a vivere bene
  • 18:23 - 18:25
    non malgrado la morte,
  • 18:25 - 18:28
    ma grazie alla morte.
  • 18:31 - 18:33
    Lasciamo che sia la morte a condurci,
  • 18:33 - 18:36
    non la mancanza di immaginazione.
  • 18:37 - 18:38
    Grazie.
  • 18:38 - 18:46
    (Applausi)
Title:
Cosa importa davvero alla fine della vita
Speaker:
BJ Miller
Description:

Alla fine della nostra vita, cosa desideriamo di più? Molti desiderano conforto, rispetto, amore. BJ Miller, dottore in una casa di cura, pensa intensamente a come creare una fine della vita dignitosa e piena di grazia per i suoi pazienti. Prendetevi il tempo per assaporare questo commovente intervento, che pone grandi interrogativi riguardo a ciò che pensiamo della morte e a come onorare la vita.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
19:07

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